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Language:
Italiano
Stats:
Published:
2024-12-18
Words:
3,890
Chapters:
1/1
Comments:
2
Kudos:
7
Hits:
109

Happy Birthday, Mr Bruni

Notes:

(See the end of the work for notes.)

Work Text:

Mimmo era tornato a casa dal lavoro. Lui e Anita chiudevano sempre alle 19.30 la libreria e anche quella sera non era stato diverso. Certo, c'erano i soliti ritardatari, che entravano nel negozio alle 19.20 precise. Anita sospirava e Mimmo si sforzava di sorridere ed essere gentile, perché era una persona paziente, soprattutto se i clienti erano sorridenti a loro volta, e simpatici.

Entró in casa e il silenzio più assoluto. Gli sembrò strano, perché Simone e Clara dovevano essere già a casa, danza finiva alle 19.00 e non erano molto distanti, e poi Simone era in Vespa (sì, Mimmo aveva insistito che Clara avesse almeno 6 anni prima di farla andare in moto con lui, e c'erano state delle piccole discussioni, non perché non si fidasse di suo marito, il problema erano gli altri ).

Che si fossero fermati a prendere la cena fuori? Magari Clara aveva insistito per mangiare cinese, o prendere una pizza, sapendo benissimo che suo padre non le avrebbe detto di no, o non avrebbe resistito molto comunque. In quel caso avrebbero potuto benissimo chiamarlo o scrivergli un messaggio, giusto da informarlo. Poi però notò qualcosa di strano.

Una volta appesa la giacca e lo zaino vide, sul tavolino del soggiorno, delle candele accese, e voltandosi vide che erano anche sulla cassettiera che tenevano vicino al corridoio che portava alle altre stanze. Allora qualcuno c'era.

"Simo... Clara...? Simo, è andata di nuovo via la corrente?" Chiese, sospirando. Ci mancava solo questa, pensò tra sé e sé.

Non ci fu nessuna risposta, così andò ad esplorare la casa, per capire perché fosse così silenzioso. Prima di andare in camera di Clara o nella loro, venne fermato da una luce più forte proveniente dalla cucina. Entrò e vide Simone, accanto al tavolo.

In mano aveva due calici e nell'altra aveva ancora l'accendino usato per la candela al centro del tavolo.

"Simò, che succede?" Chiese, con le labbra leggermente inclinate a formare un sorriso.

"Oggi è il tuo compleanno, tanti auguri, amore" rispose lui con un grande sorriso e prendendo la bottiglia di vino una volta lasciato l'accendino.

Versò il vino nei due calici e ne passò uno a Mimmo.

"Lo so bene, è tutta la giornata che mi fanno gli auguri, e... Anche tu stamattina" Mimmo alzò il sopracciglio e prese un sorso di vino.

"Si ma, stamattina ho avuto poco tempo per festeggiarti come si deve" A Mimmo tutto quello piaceva. Adorava flirtare con Simone come se fossero ancora ragazzini, quando invece proprio quel giorno compiva 34 anni. Ma non stava pensando ad una cosa molto importante...

"Clara, dov'è?!" Si allarmò. Cioè poteva benissimo essere in camera sua, ma a quest'ora gli sarebbe già corsa incontro.

"Tranquillo, è dai miei. In effetti ha fatto qualche storia perché stamattina non è riuscita a farti gli auguri, ma le ho detto che te li potrà fare domani, tanto andremo da loro a mangiare la solita torta"

Mimmo fece una smorfia, "solita torta ma molto buona. Quando Floriana e Anita si mettono a cucinare insieme viene sempre qualcosa di spettacolare "

"Già, a volte penso che Anita dovrebbe lasciare papà e mettersi con mamma, ma non sono ancora pronti per questo argomento" Mimmo scoppiò a ridere e diede un bacio a stampo a Simone.

"Allora, cos'avevi in programma per stasera?"

"Cena e dessert "

Simone aveva qualcosa negli occhi, nello sguardo nel complesso, che lo faceva sentire un ragazzino alle prime esperienze con la prima cotta. Allo stesso tempo, Mimmo sapeva bene cosa voleva, e non ne faceva mai un segreto con il compagno.

Gli prese un lembo della camicia, leggermente aperta, e gli parlò vicino all'orecchio. Simone sentì i peli alla base del collo rizzarsi.

"Ma se passassimo direttamente al dessert?" Propose, lasciando poi un bacio sotto l'orecchio.

Simone cercò di resistere, anche se era molto difficile, soprattutto se pensava alla nottata che li aspettava. Solo loro due e la casa a completa disposizione. Si schiarì la voce, "e buttare quello che ho preparato?" Disse indicando il cibo. 

Mimmo segui lo sguardo e fece una smorfia divertita, "Simò, è cibo cinese preso d'asporto"

"Ah-ha, cibo cinese scelto appositamente da nostra figlia" puntualizzò e il sorriso di Mimmo si allargò, "Ah, allora va bene, prima però vado a darmi una lavata, così poi possiamo passare direttamente al dessert" gli disse, lasciandogli un altro bacio e il calice sul tavolo, che era già apparecchiato per loro due.

Corse in camera, prese giusto un cambio di boxer, una camicia e un pantalone, e si fiondò sotto la doccia. Strofinò bene ogni parte di sé e per un attimo ebbe un flash di lui e Simone sotto il getto d'acqua calda. Cercò di non perdersi in quella fantasia e decise di proporlo a suo marito, magari il mattino seguente, prima di andare a casa dei Balestra, avrebbero potuto farla insieme.

Quando tornò in cucina, Simone aveva messo i piatti per entrambi e Mimmo osservò le portate: riso Cantonese e pollo con funghi e bambù.

"Eccoti, stavo cominciando a preoccuparmi"

"Beh... La mia mente ha cominciato a vagare e... Sai com'è" disse con sguardo malizioso e Simone capì cosa volesse lasciare intendere e gli cinse i fianchi.

"Hai cominciato senza di me per caso?" Chiese, alzando il sopracciglio e accarezzandolo attraverso la camicia.

"Non mi permetterei mai, dopo tutto questa preparazione..." Disse, indicando il cibo con la testa.

Simone non riusciva più a resistere, non quando Mimmo lo guardava a quel modo. Con un movimento veloce, lo sollevò per le gambe, che si attorcigliarono attorno alla sua vita, e lo fece sedere sul tavolo. Cominciarono a baciarsi con foga, come se fossero giorni che non lo facevano, o che non si vedevano. Simone gli sbottonò la camicia e poi il pantalone, senza toglierli completamente. Mimmo ansimava e sorrideva soddisfatto. Gemette nel momento in cui Simone raggiunse con le labbra, e i denti, i capezzoli, mentre con la mano era andato a stimolarlo.

"Mi piace quando perdi il controllo" riuscì a commentare Mimmo, accarezzandogli i ricci.

Simone però aveva altro in mente, "vieni solo quando te lo dico io... Ok?" disse, alzando gli occhi.

Mimmo arrossì e annuì in silenzio. A Simone piaceva molto essere in controllo quando erano a letto, e anche a Mimmo piaceva. Simone si sistemò meglio tra le gambe del marito ed entrambi mugularono per il contatto, anche se di mezzo c'erano i pantaloni.

"Simò, che facciamo con la cena?" Disse Mimmo, alzando il viso per permettere all'altro di risalire verso il collo.

"Adesso vuoi la cena?" Sorrise lui.

"Non voglio buttare nulla... Ma ho così tanta voglia di stare con te"

"Beh, lo possiamo riscaldare... Possiamo intrattenerci con qualche attività e poi mangiare, magari porto tutto sul letto"

"Ma volevo sfruttare tutta la notte"

"E infatti, possiamo bruciare quello che abbiamo mangiato facendo altro... Dai, non resisto più " disse con voce supplichevole e portando verso l'esterno il labbro inferiore.

"Sei proprio un bimbo, lo sai?" Gli passò la mano tra i capelli e Simone sorrise divertito.

Con un altro rapido movimento, gli strattonò i pantaloni, facendoli scendere lungo le gambe, assieme ai boxer. Si tolse anche i propri e, dopo aver bagnato le dita nella bocca di Mimmo, li portò direttamente all'apertura. Per andare con calma avevano tutta la notte, quindi fu una preparazione veloce.

"Simò, hai...?" Cercò di chiedere Mimmo e Simone annuì con la fronte attaccata alla sua.

Mentre toglieva i pantaloni, aveva preso la bustina con il preservativo. Se lo mise, a tratti in modo impacciato perché non vedeva l'ora di proseguire, e attirò Mimmo verso di sé tenendolo per le gambe.

"Vai veloce" gli disse e Simone inarcò le labbra in un mezzo sorriso.

"Ti ricordi chi comanda? Decido io come vado" gli rispose, dandogli un morsetto sul collo.

"No, non me lo ricordo, saresti così gentile da ricordarmelo?" Punzecchiò il biondo e Simone lo guardò con occhi lucidi.

"Oh tranquillo, lo capirai molto presto, senza che te lo dica io" Si allontanò leggermente, Mimmo corrugò la fronte, confuso dal gesto, e capì quando Simone lo fece scendere dal tavolo e lo girò verso il muro, in modo che si appoggiasser con il busto sulla superficie.

"Allora..." Mimmo sentì la pelle vibrare sotto la mano del compagno che era scesa con decisione, ma sempre con cura, su uno dei glutei, "chi è al comando?" Chiese.

Mimmo aveva trattenuto il respiro, ma riuscì a rispondere, "non lo so"

Un altro schioppo, stavolta dall'altro lato, "forse dovrei fermarmi qui...". La pelle di Mimmo bruciava, ma lui ne voleva ancora.

Avevano una parola d'ordine, ovviamente, perché era giusto che ci fosse quando avevano questo tipo di rapporto, ma Mimmo ne faceva poco uso perché Simone riusciva sempre a contenersi, senza limitarsi troppo.

"No, per favore continua" disse, sperando di sentire di nuovo la mano su di lui, ma Simone sembrava fermo.

"Implorami..." E nel dirlo afferrò una manciata di capelli, tirando verso di sé.

"Ti... Ti prego, Simo" 

Venne accontentato e sussultò nel momento in cui la sentì su entrambi i lati.

"Allora, chi comanda?"

Per quanto a Mimmo piacesse, aveva troppo bisogno di sentire di più, così cedette, "Tu..."

Mentre lo diceva, Simone si era abbassato, facendogli sentire la sua presenza e provocandogli un brivido, e lo baciò sulla guancia.

"Bravo... Credo che tu ti sia meritato un premio" Non entrò con calma, Mimmo sentì tutta la lunghezza entrare in un colpo solo. Simone si era ancorato alla vita stretta del compagno e diede qualche spinta prima di rallentare un po', anche se Mimmo emetteva suoni che gli facevano capire che non gli piacesse molto.

In effetti prima gli aveva chiesto di andare veloce, ma sapeva che facendo così, il piacere (di entrambi) sarebbe stato maggiore. Tra una spinta e l'altra faceva scendere la mano sui glutei, lasciando la pelle piacevolmente arrossata.

"Simo... Posso venire?" Sentì dopo un po'. Simone ci pensò un attimo e portò una mano sul davanti, afferrò l'erezione di Mimmo e cominciò a pomparla, "va bene, ti dò una mano" nel dirlo, si piegò in avanti, appoggiandosi alla sua schiena e gli mordicchiò l'orecchio mentre lui gemeva. Venne nella sua mano, e Simone non esitò a portarla prima vicino alla bocca di Mimmo, il quale ne leccò via gran parte senza bisogno che glielo dicesse, per poi finire lui.

"Mmm, sei così buono..."

Mimmo si girò e gli prese il viso tra le mani, baciandolo.

"Posso assaggiare anche te?"

"Questa serata è per te, amore..."

Certo, l'idea non gli dispiaceva, ma non voleva distogliere l'attenzione da lui.

"Domani mattina allora" disse con decisione, accarezzandolo sul petto.

"Va bene, adesso vieni qui" disse, prendendolo dalle gambe, facendole aderire al suo corpo. Lo portò in camera e lo fece sedere sul letto.

"Vai in fondo e mettiti a pancia in giù" Mimmo ubbidì senza chiedere né ribattere, si spostò verso i cuscini e si mise a pancia in giù. Simone non ci mise molto a raggiungerlo, ma la prima cosa che senti fu un tessuto morbido, probabilmente seta, sugli occhi.

"Stasera voglio provare qualcosa di nuovo, ti va?" Mimmo annuì, entusiasta di qualsiasi cosa avesse in mente .

Sentì Simone scendere dal letto perché percepí il peso togliersi dal materasso. Sentiva anche un po' freddo, ma in realtà i brividi erano tutti per l'emozione di quello che sarebbe successo quando sarebbe tornato.

"Eccomi" lo sentì, e sentì anche il peso sul materasso. Si mise a cavalcioni sulle sue gambe, ma intorno c'era silenzio. Simone non disse altro.

"Ah!" Freddo. Un freddo improvviso colpí la sua pelle. In particolare sulla schiena, proprio al centro. Sussultò e Simone fece una risatina.

"È solo un po' di ghiaccio, amore" disse, continuando a muovere quello che Mimmo immaginò essere un cubetto di ghiaccio. Poi non sentì più il cubetto, ma il dito di Simone che stava... Disegnando(?) con la scia d'acqua fredda.

"È stato improvviso" si limitò a dire Mimmo.

Simone intanto riprese il cubetto e lo fece scendere lungo tutta la schiena, fino ad arrivare alla curva delle natiche e il freddo colpí la pelle sensibile facendogli trattenere il respiro.

"Hai freddo? Aspetta..." Mimmo lo sentì ridacchiare.

Quando percepí il cuscino sotto l'inguine, messo da Simone dopo che gli aveva alzato delicatamente i fianchi, pensò che finalmente gli avrebbe dato ciò che voleva, di nuovo.

Ma non fu quello che si aspettava e dovette portarsi la mano davanti alla bocca.

A sfiorare quel punto del suo corpo era la sua lingua. Era calda e morbida e partì con delle piccole passate, come se volesse sperimentare. In effetti, non lo avevano mai fatto, e di solito prima di fare qualcosa di nuovo ne parlavano, ma a Mimmo non gli importava che non lo avesse fatto.

Per fargli capire che gli stava piacendo, sollevò e abbassò i fianchi. Si tolse anche la mano che impediva, a malapena, i gemiti.

"Ahhh... Mamma mia..." Simone sorrise e continuò, cambiando ritmo, direzione, afferrò anche i glutei per poterli stringere.

Si fermò solo nel momento in cui lo sentì contrarsi poco prima di venire. Si passò il dorso della mano sulle labbra rosse e lo fece voltare. Non gli diede il tempo di dire "ma" che lo prese in bocca e due delle sue dita sparirono dentro di lui, facendolo finire sulla sua lingua.

Mimmo si aggrappò ai suoi capelli e chiude gli occhi (anche se già coperti) con un sorriso sulle labbra.

"Piaciuto?"

"Che dici?" Chiese lui ridendo e accarezzandogli quella che capì essere la sua guancia. Simone risalì, e gli sollevò la benda dal viso. Aveva gli occhi lucidi e delle lacrime ormai secche sul bordo degli occhi.

"È stato fantastico... Come mai hai deciso...?"

"Ne ho sentito parlare e ho pensato di provare... Anche a me è piaciuto molto" gli scoccò un bacio a fior di labbra e Mimmo arrossì.

Era stato bello, anzi, bellissimo, ma lo faceva arrossire il pensiero che la bocca di suo marito era stata lì. Forse ci avrebbe provato pure lui.

"Adesso che vuoi fare?" Gli chiese poi e Mimmo ci pensò un attimo, ma con un rapido movimento, fece in modo che Simone si sedesse.

Abbassò lo sguardo e notò, con piacere, che lui non era ancora venuto. Così si mise a cavalcioni e gli diede un lungo bacio prima di scendere su di lui. Simone lo guardò e portò le braccia all'indietro, lasciando che fosse Mimmo ad ondeggiare liberamente come voleva. Era alla sua mercé.

"Mamma mia..."

"Dimmi... Ti piace?" Gli chiese. Non lo avrebbe sfiorato, ma voleva provocarlo un po'. Mimmo si morse il labbro e annuì.

"Si vede che ti piace... Come ti muovi, come ti lasci riempire...  " Mimmo andava su e giù e con una mano andò a tastare i pettorali di Simone, stringendoli ogni volta che lui andava a toccare i punti giusti.

Stavolta non aveva il preservativo. Lo facevano sempre protetti, ma a volte non ci davano peso perché facevano dei controlli ogni tanto. Quindi la sensazione che provavano entrambi era molto più forte. Simone sentì che era quasi il momento di uscire e si spostò leggermente, ma Mimmo lo fermò, "Simò... Vieni dentro" Simone annuì, non lo avrebbe fatto senza il suo consenso, ma gli piaceva non avere dei limiti in questo caso. 

Quando Mimmo si appoggiò a lui decise di stringerlo a sé ed entrambi aumentarono il ritmo finché non venne e Mimmo si spense su di lui, Simone cercò di sfilarsi pian piano, perchè era ancora sensibile, e si sistemarono sul letto, in modo da stare abbracciati. 

"Vado a prenderti un asciugamano, che ne pensi?" gli accarezzò il viso e Mimmo gli prese la mano, baciandone il palmo. 

"Non metterci tanto" si raccomandò e Simone scese subito dal letto, per andare nel loro bagno. Inumidì l'asciugamano con dell'acqua tiepida e lo portò a Mimmo. Glielo passò sulla pelle e mentre lo faceva, si fermò a guardarlo, meravigliato da quel corpo candido, ma leggermente arrossato in diversi punti come conseguenza delle loro attività.

"Perchè ti sei fermato?" Chiese curioso, voltando poco la testa per cercare il suo sguardo.

"N-nulla, mi ero solo incantato" rispose, riprendendo quello che stava facendo, poi mise da parte l'asciugamano e tornò tra le braccia di suo marito. 

"Allora, ti è venuta fame?"

"Mmm, un pochino"

"Vado a riscaldare la cena, possiamo guardarci qualcosa nel frattempo"

"Vabbene, ma credo che prenderò una copertina. Così tengo freddo, mi ammalo e poi chi la sente ad Anita" 

Simone scoppiò a ridere, "ma se ti adora" 

"Sì, perché se non ci fossi io diventerebbe matta dopo il terzo cliente" 

Simone gli fece l'occhiolino e sparì in corridoio per andare a preparargli la cena. Quando tornò, Mimmo aveva preparato il tavolino che usavano per la colazione, quando Simone la preparava per fare una sorpresa o quando prendevano d'asporto e non avevano voglia di stare in cucina, magari potevano guardarsi qualcosa, come avrebbero fatto quella sera. 

"Il papà stava per andare a dormire" sentì la voce di Simone farsi di nuovo vicina, e quando entrò nella stanza, vide che aveva il telefono in mano e diretto verso se stesso, quindi era in videochiamata, e visto che aveva usato la parola 'papà' immaginò fosse Clara ad averlo chiamato. 

"MMm, non ci credo tanto, sono le 21.30, e di solito a quest'ora guardiamo la tv, prima di andare a nanna"

Mimmo trattenne una risata, riusciva benissimo ad immaginare l'espressione di sua figlia. Cercò l'attenzione di Simone e gli fece segno di passargli il telefono. 

"Papààà! Lo sapevo che eri ancora sveglio" esultò, facendo muovere il telefono che teneva in mano, probabilmente quello del profess-di Dante, anche se per lui sarebbe sempre stato 'il professore'. 

"Sì, ma sono tanto stanco, pulcino" disse, fingendo un pò di stanchezza e forzando uno sbadiglio. 

"Hai mangiato? Com'era?" 

"Eh... buono buono, poi domani ne parliamo meglio, che dici?"

"MMhh, va bene... uffi... comunque cos'avete fatto stasera?" 

"Te lo dice lo zio cos'hanno fatto, allora-"

"Manu!" intervenì Simone, mettendosi vicino a Mimmo, senza far vedere che erano palesemente senza vestiti.

"E' grande abbastanza Simo" 

Clara cominciò a chiedere a ripetizione, un pò allo zio e un pò ai suoi genitori, 'Grande per cosa?' finchè non fu Manuel a risponderle, "No, niente, te lo diranno quando sarai più grande" le scompigliò i capelli e la bambina si lamentò per questo. 

"Te che ci fai là?" Chiese Simone

"Domani festeggiamo Napoli, no? Voglio dire, Mimmo... e siccome sono di casa qui, fratellino, ho fatto che imbucarmi per la serata. E ho fatto bene, così posso passare un pò di tempo con la mia nipotina preferita."

"Hai discusso con Nina?"

Manuel sospirò e annuì, sconfitto. Avrebbe parlato con Manuel, chissà cos'era successo questa volta. Dopo aver rassicurato Clara che l'indomani sarebbero arrivati il prima possibile, li salutarono  e misero via il telefono. Mangiarono guardando metà di un film, 'il mago di Oz', anche se Mimmo ogni tanto gli raccontava un aneddoto sulle riprese, trovate tutte su Tik Tok, e si sistemarono nel letto. 

"direi che aspettiamo un attimo prima di ricominciare" disse Mimmo, appoggiato sul petto di Simone, che gli stava accarezzando la spalla. 

"Sì, è meglio" gli lasciò un bacio tra i capelli. 

"Pensa se avessimo un altro figlio... tu lo vorresti?" Chiese di punto in bianco e Simone lo guardò confuso. 

"Beh, non so, forse? Nel senso, con Clara sta andando bene"

"Sarebbe bello anche per lei, avere un fratello, con cui condividere l'infanzia, e sarebbe qualcuno su cui contare oltre a noi..." s'interruppe nel vedere gli occhi di Simone lucidi e si rese conto che quell'argomento, forse, era ancora delicato da affrontare, "Simo... scusa, ti ho fatto pensare a Jacopo"

Simone scosse la testa, "No, tranquillo, non dovrei reagire così, eppure... hai ragione. La mia infanzia è stata vuota senza un fratello accanto... mi sentivo solo anche perchè i miei genitori stavano affrontando quel trauma e io non ne sapevo nulla, quindi ogni tanto pensavo... quello che un bambino può pensare... che i genitori non gli vogliono più bene" ripensò a quei momenti quando era piccolo, per fortuna duravano sempre poco perché a modo loro, sia Floriana sia Dante, gli facevano capire che erano solo sciocchi pensieri. I momenti peggiori erano sempre durante il suo compleanno, ma non voleva addentrarsi troppo in quei ricordi.  

Mimmo corrugò la fronte e gli accarezzò la faccia, "Ehi... anche io non ho avuto un fratello, o meglio l'ho avuto, ma non è stato proprio accanto a me, non abbiamo creato bei ricordi insieme. Invece i tuoi genitori ti vogliono bene, e... hai pur sempre Manuel"

"Ti prego, che se ripenso al fatto che abbiamo praticamente scopato, e poi siamo diventati fratelli, mi viene da..." disse scoppiando a ridere.

"Beh, io come credi mi senta quando vi vedo e ci penso? In realtà, sai..." anche lui scoppiò a ridere, quando SImone lo guardò sconvolto e rosso in faccia. 

"Domenico Bruni!"

"Non ti ho mai fatto segreto che trovassi Manuel un bel ragazzo, capisco perché ti fossi innamorato di lui" 

"Non posso crederci che stai dicendo che hai pensato a Manuel in quel modo" 

"Ti correggo, io ho pensato a te e a Manuel in quel modo" 

Simone lo guardò, occhi sbarrati e bocca socchiusa, "Cioè vorresti che ti tradissi con lui?" 

"Macché tradire, ci sarei anch'io con voi"

Simone era ancora più sconvolto. A lui non aveva mai sfiorato il pensiero di farlo con una terza persona. Non sa se fosse gelosia nel vedere Mimmo con qualcun altro, o se semplicemente non faceva per lui, ma non lo attirava. 

"E te vorresti..."

"No, no, cioè ci ho pensato e unavoltalhosognato ma... Penso brucerei di gelosia nel vederti con qualcun altro, specialmente con Manuel." 

Simone tirò un sospiro di sollievo e Mimmo sorrise divertito. Non pensava avrebbe mai affrontato quel tipo di discorso con suo marito, ma era contento perché avevano sempre qualcosa da scoprire sull'altro. Forse avrebbe cercato di riportare l'argomento a galla in un secondo momento.

"Comunque, tu sei un ottimo papà" Mimmo decise di tornare al discorso precedente, vedendolo troppo pensieroso rispetto a quello che gli aveva confessato.

"Lo spero... non che abbia avuto un ottimo rapporto col mio"

"E neanche io, ma tuo padre almeno ti vuole bene e con Clara è un ottimo nonno, lo adora"

"Già... posso chiederti una cosa però?" 

Mimmo annuì e si tirò su per guardarlo negli occhi. Simone aspettò qualche secondo e poi inarcò un sopracciglio, "Possiamo smetterla di parlare di Manuel e di mio padre? Cioè, se non vuoi continuare a scopare me lo puoi anche dire" finì la frase con un'altra risata, mentre Mimmo lo colpì giocosamente sul braccio.

Si buttò con la schiena sul materasso e attirò su di sè Simone e  cominciarono a baciarsi, con la stessa foga di prima. Il moro gli circondò il viso, facendo poi scendere le mani lungo il corpo. Mimmo fece lo stesso, aggrappandosi poi alla schiena. 

"Aspetta..." Simone si allungò verso il comodino accanto al letto e prese un preservativo. Ci mise un paio di secondi a metterlo e, nel frattempo Mimmo gli aveva baciato il collo, facendolo fremere.

Portò le dita sulle labbra di Mimmo e le accarezzò, "Vuoi che uso le dita o la lingua?"

"Ci stai prendendo gusto vedo, comunque dita" e lo disse, fermandole con una mano, per poi accoglierle tra le labbra. 

Si addormentarono alle tre di notte, Mimmo tra le braccia di Simone, le gambe intrecciate. 

Notes:

Non ho molto da dire. Spero piaccia come idea e come è stata scritta.
Ce l'ho da un sacco di tempo questa os. Ho dovuto riscriverla perchè ho perso tutti i dati del computer, e non ci ho messo nemmeno tanto a riscriverla. Peccato che poi sono tornata nel girone del 'ma la voglio pubblicare? Piacerà?'
Sono arrivata all'ennesima rilettura pensando che come va va' e non voglio pensarci ancora.
Appena riesco proverò a riscrivere i capitoli di Filo Rosso e Two Worlds Collide.
Alla prossima:)