Chapter Text
Le luci del lunapark si accendono davanti a noi, noi che ci teniamo per mano e aspettiamo che gli altri ci raggiungano per farci un giro.
Dominic ha proprio la faccia di uno che pensa “finalmente”, perché è dall’inizio della nostra avventura che gliel’ho promesso.
Ma non è forse vero che le cose migliori accadono alla fine, proprio come nei romanzi? Non bisogna giocarsi le carte vincenti al capitolo due.
Già...l’inizio della nostra avventura. Mi sembra ieri, eppure è trascorso un sacco di tempo da allora. Da quando ho incrociato il suo sguardo per la prima volta, nel luogo che sappiamo noi e che non è più un segreto per nessuno.
Sono perdutamente, immensamente innamorata di lui e, nonostante abbia provato più volte a dissuaderlo, lui non ha alcuna intenzione di abbandonarmi al mio destino. Non gli importa se uscirà Madison o qualcun altro, ha detto di essere pronto ad affrontare perfino il Diavolo, perché tutti gli altri, le altre persone, non sono me.
Che non conoscerà mai più qualcuno come me, che sono speciale così come sono.
La stretta sulla mia mano si fa più insistente, ed io trattengo un respiro profondo insieme alle lacrime, continuando a guardare dritto davanti a me, verso la cancellata.
«Le tue mani sono fredde.» mi sussurra, accarezzandomi le dita con riguardo.
«E’ perché ho paura. E se...»
«Non c’è nessun “e se”, Avril.» risponde, passando la mano libera sulla mia guancia destra «Io non me ne vado. Ti è chiaro? Lo spero, perché questa è l’ultima volta che te lo ripeto.»
Scuoto la testa e mi mordo il labbro inferiore, che sta cominciando a tremare «Non mentiamo a noi stessi, Dom. Sono come una malata che ha bisogno di perenne assistenza.»
«Ed io mi prenderò cura di te. Mi prenderò cura della tua mente.» si china verso di me e mi bacia con trasporto, chiudendo gli occhi nello stesso momento in cui lo faccio io «Starai bene, vedrai. Amore mio, il nostro cammino sarà forse pieno di sfide, ma non c’è nulla al mondo che possa separarci. Non importa quante personalità tu possa avere, perché per me sei sempre la stessa persona: quella che ho imparato ad amare. Ti guardo e vedo la forza che hai nel lottare contro il tuo disturbo. Sei come un fiore che cresce tra le crepe del cemento, una meraviglia che sfida ogni ostacolo. Non ti considero una malata, ma una guerriera. E io sarò al tuo fianco, sempre. Ti amo incondizionatamente, con tutte le tue sfaccettature. Prometto di non abbandonarti mai. Ti prenderò per mano quando avrai bisogno di sostegno e ti stringerò forte quando avrai paura. La mia anima è intrecciata alla tua, e insieme possiamo superare qualsiasi tempesta. Non importa quanto sia buia la notte. Io sono con te.»
Il mondo sembra rallentare. Le parole pronunciate da lui risuonano nell’aria come una melodia dolce e struggente.
Io lo guardo, gli occhi ancora umidi per le lacrime versate.
Annuisco e sorrido, gettandomi tra le sue braccia «Ti amo anche io, Dom. Ti amo anch’io.»
Lui mi stringe forte e strofina le mani sulla mia schiena.
Poco dopo, Jenny e gli altri ci raggiungono, e finalmente...sì, finalmente, entriamo nel Dark Shadows.
Tutti insieme. Pronti ad una nuova avventura.
Adesso tutto è equilibrato.
Siamo qui, io e lei.
Due facce di una stessa moneta, due riflessi in uno specchio incrinato.
Io e Madison, che danziamo tra luci ed ombre, tra ragione e follia.
Siamo sedute al tavolo, la tazza di porcellana tra le mani.
Il tè è caldo, fumante, e il suo profumo avvolge l’aria come un abbraccio.
Madison mi guarda con sguardo distrutto e sospira «E così», dice, «mi hai invitata nella tua dimora. Gentile da parte tua.»
«Non possiamo continuare così.» ribatto «La lotta tra noi ci sta distruggendo entrambe. Non voglio che resti nella tua stanza buia, non voglio che resti in gabbia. Ma non voglio neppure che esci allo scoperto ogni volta che lo desideri. Voglio che resti qui, voglio che arriviamo ad un compromesso. Ogni volta che avrò bisogno di te, ti chiamerò, e a quel punto potrai uscire.»
Lei annuisce, i suoi lineamenti si ammorbidiscono «Hai ragione. Siamo come il sole e la luna, costantemente in opposizione. Ma forse c’è un modo per trovare un equilibrio.» sospira pesantemente «Tutto ciò che ho sempre desiderato, Avril, è la tua attenzione. Quando crei qualcosa, quel qualcosa è tuo. Totalmente, infinitamente tuo. Ed io mi sono sempre sentita come una creatura di Dio, qualcuno da tenere sul palmo della mano. Ma quando ti sei allontanata da me, mi sono sentita un giocattolo rotto, malfunzionante. Di quelli che butti via. Per questo ho reagito e ho preso il sopravvento.»
Bevo un sorso di tè, sentendo il calore scorrere dentro di me «Lo so. E se smettessimo di combattere? E se ci accettassimo per quello che siamo? Non cerco di eliminarti. Cerco di aiutarti.»
Madison sorride, un sorriso triste «La luce e l’oscurità devono coesistere. Non dobbiamo essere per forza nemiche.»
«Non lo siamo mai state.»
«Il giorno si fa notte, e la notte si fa giorno. È il ciclo naturale di questo mondo. Se togli l’oscurità...»
«Alla luce, che rimane? Non può esserci il sole a mezzanotte, giusto?»
«Bè, in alcuni luoghi...»
«Madison.» la sgrido «Sai cosa intendo.»
Mi guardo intorno e noto che il sole è un po’ meno nero.
Filtra tra le foglie, creando macchie di luce sul terreno.
«Sì. So cosa intendi.» dice con un sorriso, questo più rilassato, prima di sorseggiare il tè.
«Puoi essere la parte cazzuta di me, anziché quella psicopatica.»
Prendo la sua mano, sentendo la sua energia fluire dentro di me, e lei scoppia a ridere «D’accordo. Allora beviamo al nostro equilibrio. Alla luce e all’oscurità.»
E così, nel nostro giardino mentale, alziamo le tazze e beviamo.
Non siamo più due, ma uno. Un equilibrio fragile, forse, ma reale.
E mentre fuori di qui il sole tramonta e la luna sorge, ci abbracciamo.
Due parti di un tutto, finalmente in pace.
Il vento sussurra tra gli alberi, portando con sé un’aria di incertezza. Io e Madison ci guardiamo, e capiamo che quello stesso vento sta cambiando. O forse è già cambiato.
Madison trema così tanto che la tazzina crolla per terra e si spacca in mille pezzi. Non l’ho mai vista così preoccupata. Lei, che solitamente non prova emozione alcuna.
Quando apre bocca, ho la sua stessa reazione.
«Ma se noi due siamo entrambe qui…chi ha il controllo del corpo, ora?»
La pioggia inizia a cadere nel giardino, un battito leggero e costante, come se la natura stessa volesse lavare via i confini tra noi. L’oscurità e la luce si mescolano, creando nuove sfumature di grigio. E mentre le gocce scivolano lungo i petali delle nostre emozioni, ci rendiamo conto che là fuori c’è qualcuno che né io né lei abbiamo mai conosciuto.