Work Text:
Vicino le mura dell'Eden.
Il demone serpente uscì dalla sabbia, tenendosi vicino al muro. Altri demoni si erano subito fatti vedere, facendosi uccidere dagli angeli guardia.
Il serpente che era stato l'angelo 88 era riuscito nel tornare anche alla sua forma umanoide all'inferno. Scoprì che le pupille degli occhi erano sempre da serpente e le ali nere. Di quei cambiamenti nella sua forma umanoide gli importava poco. Lui voleva soprattutto vedere Aziraphale. Strisciò fino alla porta orientale dove il suo angelo era guardiano.
Sempre nella versione da serpente, il fu angelo si nascose sotto la sabbia dell'immenso deserto intorno all'eden.
Dopo molte ore il serpente vide il suo amato Aziraphale in piedi sulle mura. Sentì il cuore saltargli nel petto serpentino. Quell'amore che era solo un ricordo si infiammò nuovamente. Il serpente cercò di non dimenticare il suo obiettivo, proteggere il suo angelo. Per farlo doveva dimostrare all'inferno che valeva la pena lasciarlo sulla Terra. Si immerse nella sabbia. Avrebbe scavato arrivando nell'eden.
Qualche tempo dopo. Dentro l'eden.
Ben nascosto il serpente guardò il suo angelo, l'amato Aziraphale. In quel tempo, il serpente decise di chiamarsi Crowley. Cercò comunque un modo per fare il suo lavoro da demone.
Il serpente Crowley doveva spesso strusciarsi nei fiori per coprire il suo odore di demone. Durante uno strisciare in rose rosse, notò che uno specifico albero di mele era molto caro a Dio. Sentì la conversazione di due angeli proprio vicino all'albero. Senza volerlo rivelarono al serpente Crowley che le mele di quell'albero davano la capacità di capire il bene e il male. Soprattutto che Dio non avrebbe perdonato Adamo e Eva se avessero mangiato anche solo una mela. Il serpente Crowley decise cosa fare. Per giorni, grazie alla voce serpentina riuscì nel tentare Eva, facendole mangiare la mela che offri anche ad Adamo.
Il risultato fu una vittoria come demone, permettendogli di restare sulla Terra. Eva e Adamo dovettero lasciare l'eden.
Il serpente ritrovò Aziraphale su un muro dell'eden. Il suo angelo fissava i due esseri umani andare via. Incerto se farlo, il demone Crowley si trasformò nella sua forma umanoide alla destra di Aziraphale. Vide nello sguardo di Aziraphale un quasi riconoscimento. Una speranza che si spense quando Aziraphale gli disse che lo ricordava soltanto per quando l'aiutò nell'attivare l'universo dov'era la Terra. Il demone Crowley tentò di farselo bastare. Avrebbe fatto di tutto per proteggerlo. Una convinzione ancora più forte quando l'angelo gli rivelò che aveva donato ad Adamo e Eva la sua spada di fuoco per difendersi e scaldarsi. Il suo adorato angelo così buono non era cambiato.
Nei millenni.
Giunsero in seimila anni ad un amicizia osteggiata da inferno e paradiso. Un amicizia che solo per una sorta di timidezza non andava verso sentimenti d'amore. Ognuno non si sentiva degno dell'altro ma soprattutto non voleva metterlo in pericolo con la sua parte. Finché non riuscirono assieme nell'impresa di bloccare addirittura l'apocalisse. Ognuno fu oramai denominato come traditore dalla sua parte. Però sembrava sempre che mancare qualcosa. Quel qualcosa che Crowley conosceva bene. Ad Aziraphale mancavano i ricordi di loro due prima della sua caduta. Però Crowley aveva terrore di ridare quei ricordi a Aziraphale, certo che l'avrebbe perdonato di aver scelto di lasciarlo in paradiso Finché una notte…
Aziraphale amava la pioggia finché stava lontana dai suoi libri. Quella notte a Londra c'era un nubifragio. Scostò una tenda di una finestra nella libreria, vedendo qualcosa di strano. Gli sembrò di vedere la Bentley di Crowley in fondo alla strada. Poche ore prima al cellulare il demone gli aveva detto che doveva andare in Spagna per alcuni affari
"...angelo mancherò per diverso tempo. Non preoccuparti"
Invece preoccupando tantissimo quell'angelo.
Aziraphale cercò di rintracciare Crowley con il cellulare ma lo trovò sempre irraggiungibile. Seppure odiava bagnarsi, Aziraphale aprì un ombrello uscendo sotto il nubifragio. Raggiunta l'auto rimase allibito. La Bentley era solo un ammasso di rottami. Vide dall'auto un tentativo di aprire la portiera destra. L'angelo si avvicinò restando oltremodo scioccato. In quello che restava del sedile posteriore c'era un corpo che era più un mucchio di carne e ossa sanguinante. Aziraphale lasciò l'ombrello cercando di raggiungere quel corpo. Trovò prima un foglio. C'era scritto
"Il demone Crowley accetta di ricevere da inferno e paradiso anche la punizione che doveva essere applicata all'angelo Aziraphale.
Punizione eseguita si riporta il demone sulla Terra, nella sua auto anch'essa finita nella punizione.
Gabriele, arcangelo supremo del paradiso.
Belzebù, lord dell'inferno"
Aziraphale sentì la rabbia ribollire verso inferno e paradiso. Una rabbia che diventò amore immenso verso quel demone che lo aveva sempre aiutato e protetto. Aziraphale disse alla Bentley
"Amica, appena scompariremo io e Crowley tu tornerai normale. Grazie di averlo portato da me"
Così avvenne.
Camera da letto di Aziraphale.
Il corpo di Crowley comparve supino nel letto di Aziraphale. Era completamente nudo con ogni tipo di ferita sul corpo provocato da fuoco infernale e acqua santa. Cercando di contenere la rabbia contro inferno e paradiso, Aziraphale coprì il corpo ferito di Crowley con una coperta. Si sedette accanto al suo amico che non si svegliava, emettendo solo flebili lamenti, Aziraphale provò nel dargli sollievo con dei miracoli. Scoprì con frustrazione che dove eseguiva un miracolo celestiale, le ferite del fuoco infernale prendono il sopravvento. Sapeva qual era l'unico modo per aiutare Crowley. L'unico modo nel quale un angelo poteva togliere fuoco infernale e acqua santa da un corpo ferito. Il modo era stare pelle contro pelle, cioè nudi. Con un gesto della mano destra Aziraphale fu nudo. Disse a Crowley mentre si stendeva alla sua destra
"Sono certo che capirai"
Rabbrividì al contatto con il corpo freddo di Crowley. Con cautela lo abbracciò, finché la guancia sinistra del demone fu appoggiata sul suo petto. Cercò di concentrarsi Aziraphale. I due corpi furono avvolti da una luce dorata.
Nel vario tempo all'inferno Crowley era riuscito ad arrivare alla capacità di estraniarsi dal suo corpo. Pensando intensamente all'angelo Aziraphale riusciva nel non provare così tanto dolore da scorporare dal suo corpo. Dopo gli sarebbero solo serviti un paio di anni di sonno per riprendersi. Una capacità che gli sembrò la migliore quando Aziraphale gli parlò del fatto del cambio di corpo per superare l'eventuale vendetta di paradiso e inferno. Lui non poteva farlo perché tratteneva ancora la sua mezza aureola. Se Aziraphale avesse unito la sua essenza di angelo a quella sua aureola era certo avrebbe ricordato tutto. Il solo pensiero che l'avrebbe odiato magari perché l'aveva lasciato in paradiso o per quella loro storia d'amore per Crowley era inconcepibile. Accettò di subire lui le vendette di inferno e paradiso con l'opzione che non l'avrebbero fatto morire. Era certo che alla fine lo avrebbero gettato in una valle dell'inferno. Si aspettava di percepire l'energia infernale scorrere in lui, una specie di forza elettrica non tanto piacevole. Invece percepiva come un qualcosa di lieve, piacevole e curativo. Si appoggiò a qualcosa di morbido e profumato. Spalancò gli occhi da serpente quando capì che era Aziraphale. Tento di allontanarsi dall'abbraccio dell'angelo ma qualcosa gli diede la voglia di restare.
In quel momento dove tutte due erano nudi e Crowley nell'abbraccio di Aziraphale, la voce dell'angelo fu come un lenitivo per il demone
"Angelo 88, amore…"
Quello che fu un angelo non trattenne più tutte quelle lacrime che aveva nascosto in fondo al suo animo. L'angelo aveva guarito il suo corpo, unendo senza saperlo la sua mezza aureola rotta alla sua intatta. Crowley era certo l'avrebbe odiato, cacciandolo via, sentendo le parole dell'angelo con timore
"...stupido amore mio. Per tanto tempo in paradiso mi chiedevo perché sentivo che mi mancasse qualcosa…"
La risata del suo angelo fu comunque una delizia per Crowley
"...ero anche terribilmente attratto da un luogo sulla Terra. Così affezionato che ci costruì sopra questa libreria. Ora ricordo che qui all'inizio dei tempi ci siamo amati tante volte e qui abbiamo unito le nostre aureola"
Crowley non poteva crederlo, senza accorgersene l'angelo aveva protetto il loro luogo. Da sempre Crowley era stato certo che quel pianeta fosse scomparso o finito lontano dalla galassia. Invece era quella libreria dove si era sempre sentito accolto e in pace. Alcuni baci di Aziraphale sulla fronte di Crowley confuse di più il demone che disse, stretto ancora nell'abbraccio dell'angelo
"Ti prego smettila di tormentarmi, non darmi più illusioni. Dimmi di andarmene, di non tornare più. Ti lascio la Bentley, quell'auto traditrice. Ora ricordo che l'inferno come sempre ha fatto come voleva. Prima di svenire nella Bentley che avevano devastato, le dissi di restare dov'era…"
Crowley tentò di ricordare
"...credo un cimitero sconsacrata…invece eccomi qui. Dimmelo! Mandami via! Come merito"
Nuovi baci sulla fronte di Crowley fecero sospirare il demone mentre le parole dell'angelo furono diverse
"Non sei proprio cambiato amore mio. Sempre pensando più a me. Come pensi potrei mandarti via? Tutto quello che hai fatto l'hai fatto solo per aiutarmi e difendermi. Io dovrei chiederti scusa…"
Aziraphale liberò Crowley dal suo abbraccio, guardando negli occhi da serpente del suo unico vero amore che erano così tristi
"...quante volte avrò dubitato del tuo operato, pensando fosse per aiutare l'inferno. Invece era per me"
Un veloce bacio di Crowley sulle labbra di Aziraphale sorprese tutte due. Improvvisamente tutte e due volevano amarsi, così tanto inconsciamente si cercavano.
Al mattino Crowley e Aziraphale si misero al lavoro. Avevano concordato che dovunque fossero andati, in qualunque punto dell'universo Dio almeno li avrebbe potuti raggiungere. Decisero di rendere quella libreria la loro fortezza, il loro luogo preferiti dall'inizio dei tempi del pianeta. Si posizionarono in ginocchio sul pavimento della libreria, perfettamente al centro dell'edificio. Unirono le mani chiudendo gli occhi. Riversarono nella struttura dell'edificio tutta la loro energia. Formarono intorno come una bolla trasparente. Nessuno, neanche Dio senza il loro permesso, poteva entrare. Se il pianeta Terra fosse finito, in quella bolla trasparente l'edificio della libreria sarebbe rimasto intatto.
Rialzatosi dal pavimento, Crowley disse a Aziraphale
"Desidero fare a noi due un ulteriore regalo"
Crowley allungò le braccia ad una porta che dava sul retro della libreria. L'angelo percepì un cambiamento. Il demone intrecciò la mano destra alla sinistra di Aziraphale, andando verso la porta. Quando Crowley aprì la porta, Aziraphale era esterrefatto. In quella stanza Crowley aveva riprodotto perfettamente il luogo su quel pianeta Terra ancora primordiale dove amavano stare anche giorni. Quel luogo così amato da Aziraphale per le foglie gialle e grigie sul terreno che gli facevano a volte da cuscini a volte da coperta. Si guardarono con infinito amore.
Quattro anni dopo. Mattina.
Crowley uscì dalla porta di un fioraio dall'altra parte della strada dov'era la libreria. Era proprio orgoglioso di se stesso. Da quando l'inferno è il paradiso aveva ormai dimenticato lui e Aziraphale, la loro eternità era diventata più tranquilla. Così tranquilla che Crowley, trasferito quasi subito nella libreria con l'angelo, aveva scoperto le sue doti di giardiniere anche senza urlare. Un'abilità che gli consentì di portare le piante che cresceva a un fioraio li vicino che gli diceva ogni volta andava per controllare le vendite
"Signor Crowley come sempre le sue piante sono andate via come il pane"
Ritrovandosi un buon compenso tra le mani ma soprattutto la consapevolezza che nonostante fosse un demone, poteva creare non solo distruggere.
Nella libreria Aziraphale si stava preparando. Ogni volta che Crowley riceveva il compenso dal fioraio per la vendita dei fiori, lo invitava al Ritz. L'angelo adorava vedere l'orgoglio del suo demone nel pagare il conto con i soldi frutto del suo lavoro. Una sensazione che non sentiva da tempo lo preoccupò. Era certo di aver percepito l'arrivo di un arcangelo. Cercò di mantenere la calma. Neanche Dio poteva entrare nella libreria senza il suo consenso. Non vide Crowley procedere a passo spedito verso la libreria. Perché aveva visto il supremo Arcangelo Gabriele comparire a pochi passi dalla libreria con un pacco grigio tra le mani. Il demone lo ricordava fin troppo bene durante la punizione di inferno e paradiso che Crowley aveva raccolto su di lui. Per essere un angelo lo ricordava fin troppo spietato. In quel momento lo avrebbe fatto a pezzi se avesse solo toccato il suo angelo.
Aziraphale aprì la porta della libreria, restando nell'ingresso. L'arcangelo supremo Gabriele si fermò a due passi dall'ingresso, dicendo con un sorriso falso
"Dimenticavo, la bolla di protezione…"
Intanto era arrivato Crowley che si era posto davanti a Aziraphale
"...bene siete tutte due…"
Si tolse il falso sorriso dal viso, appoggiando la scatola sul marciapiede. Disse a Aziraphale e Crowley indicando la scatola
"...questo vi appartiene. Voi conoscete la stanza bianca in paradiso?"
L'angelo con il demone annuirono positivamente, sapevano che era il luogo dove si creavano le anime che dovevano nascere
"...anime che quando per un motivo o un'altro non possono nascere, diventano cherubini e angeli. In quella stanza c'è anche un luogo dove si creano le anime di figli di amori impossibili…"
Indicò con la mano destra Aziraphale e Crowley
"...anime che in generale scompaiono in un paio di ore. Questo non l'ha fatto. Anzi. Quindi le mie congratulazioni, siete dei genitori. Potete calcolare che abbia un tre o quattro mesi. Vi avverto che, come decretato da Dio stesso, quando compirà trent'anni diventerà immortale. Addio"
Scomparendo.
Aziraphale e Crowley rimasero fermi sulla porta della libreria fermi per un paio di minuti fissando quel pacco grigio sul marciapiede. Erano increduli. In pratica l'arcangelo Gabriele gli aveva detto che lì dentro c'era la loro prole. Ognuno dei due silenziosamente si immaginava le peggiori cose. Sul fatto di crescere una giovane vita dopotutto non erano così inesperti. Anni prima aveva cresciuto in pratica lo sbagliato figlio di Satana. Un movimento della scatola quasi li riportò nella libreria. In un sussurro, Crowley disse a Aziraphale sempre dietro di lui
"Proviamo a far scorrere la scatola verso l'interno della bolla protettiva. Se li dentro ci fosse un pericolo lo spingerà via"
Silenziosamente Aziraphale fu d'accordo, celando a occhi umani il movimento della scatola. Crowley usò la magia per far scorrere la scatola. La portò fino all'ingresso della libreria ma restando fuori. Attesero dentro se succedesse qualcosa.
Quasi mezz'ora dopo.
Aziraphale era piantato in piedi vicino alla porta della libreria, guardando fuori quella scatola. Dentro Crowley non era meno ansioso, sussultando con Aziraphale ogni volta sentiva la scatola muoversi. Il demone camminava avanti e indietro, fermandosi quando sentì Aziraphale dire con voce piagnucolante, senza voltarsi
"Credo di aver sentito un vagito o un pianto da quella scatola…"
Aprì la porta
"...la bolla dice che non c'è pericolo. Quindi, come sia, capiremo cosa fare"
Crowley rimase dov'era guardando l'angelo portare dentro la scatola, dicendo
"Potremo dire di aver adottato questo"
Crowley non disse nulla perché era sinceramente spaventato, seguendo l'angelo che posò la scatola sulla sua scrivania.
L'angelo Aziraphale aprì la scatola rimanendo senza parole. Dentro c'era un neonato normalissimo. Come gli aveva detto Gabriele doveva avere al massimo quattro o cinque mesi. Il piccolo era completamente nudo, con gli occhi chiusi, muovendo le piccole gambe e i pugni in aria. Aziraphale era completamente incantato, percependo che quella piccola vita era veramente l'unità perfetta di lui e Crowley.
Crowley domandò con un filo di voce
"Co…com'è?"
Vide Aziraphale avvolgere qualcosa con la sua calda giacca da camera, dicendo mentre si voltava
"Nessun pericolo. Una perfetta piccola vita"
Sorprendendo Crowley quanto Aziraphale fosse luminoso nel sorriso e nell'aura. Con sospetto Crowley si avvicinò al fagotto che l'angelo teneva tra le mani. Molte volte Crowley aveva sentito parlare di una sorta di immediato legame di un genitore con una giovane vita che sia prodotto del proprio DNA o adottato. Un qualcosa che riteneva impossibile per un eterno come lui. Invece Crowley provò nel suo animo da ex angelo, da demone, totalmente perso per Aziraphale, provò qualcosa di nuovo. Era un miscuglio di orgoglio, senso di possesso e incanto verso quella piccola vita. Poteva dire di essere anche più felice di quando da angelo creava stelle e pianeti. Quasi commosso vide Aziraphale baciare la fronte di loro figlio. Il demone lo imitò. La piccola vita aprì gli occhi, rivelando che il destro era uguale agli occhi di Aziraphale. Il sinistro era serpentino come gli occhi di Crowley. Questo piacque al demone, perché loro due erano ben amalgamati nel loro figlio. Quel pensiero che era suo figlio rese ancora più felice Crowley che si immortalò con Aziraphale e il loro figlio in un selfie. In un successivo si baciava con Aziraphale con il loro figlio in mezzo.
Un anno dopo. St. James Park.
Un bambino biondo dai capelli leggermente ricci, raccolse una piccola margherita. La diede a una bambina della stessa età seduta lì vicino. Una donna lì raggiunse, dicendo alla bambina
"Katy che bel piccolo gentiluomo abbiamo trovato"
Si avvicinò dietro il bambino Aziraphale che prese lo prese in braccio, dicendogli con un ampio sorriso
"Teo sei proprio come tuo padre Crowley, un rubacuore"
Il piccolo gettò le braccia al collo del padre. La madre della bambina che continuava nel gioco, domando a Aziraphale che stava andando via con il figlio cui celava l'occhio da serpente con la magia
"Signor Fell, che bella giornata oggi. Fa venir voglia di stare nel parco"
Aziraphale iniziò una conversazione con la donna mentre Crowley seduto alla loro panchina sapeva che ci avrebbe messo anche ore se lo lasciava fare. Con un movimento della mano destra, indusse la donna umana nel credere che doveva andare al bagno. Vide tornare un non contento angelo alla panchina. Salvò Crowley l'entusiasmo del loro figlio Teo tra le sue braccia. Un nome che era l'abbreviazione del nome completo che era Teoma. Nome che a Tahiti significava
"sorgere del sole"
Proprio come pensavano il demone e l'angelo. Prima dell'arrivo del loro figlio era come se vivessero la loro eternità durante una tranquilla notte stellata. Quella piccola vita riuscì nel far sorgere il sole su una nuova eternità, su quella famiglia che formavano loro due, ulteriormente allargata.
FINE