Chapter Text
L'abilità di Varys nel recuperare informazioni raggiunge - a parere di Tyrion - il suo apice con la rivelazione che la principessa Myrcella è viva, in mano a Ramsay Bolton in un castello che lui controlla lontano da Dreadfort, dove può agire in grande segretezza.
Il maestro dei sospiri e il folletto si rinchiudono in una stanza con Sandor Clegane alla porta per non essere disturbati.
“Le mie fonti sono sicure che Myrcella sia prigioniera. Purtroppo la mano d’oro di ser Jaime è stata ritrovata vicino a un corpo arenatosi a riva che gli corrisponde per altezza e corporatura.”
L’uomo era rimasto molto a lungo in acqua e quindi non vi era la certezza assoluta che fosse Jaime, ma gli abiti erano i suoi, la giacca di pelle color porpora che indossava quando era partito con all'interno un ricamo di leoni che Cersei aveva voluto fosse sempre vicino al suo cuore.
“Sarebbe troppo chiedere che mio fratello sia vivo. Almeno la principessa…”
Tyrion per abitudine più che per scelta cosciente allunga la mano per versarsi una coppa di vino rosso; non appena la avvicina alle labbra è colpito dal sentore strano della bevanda. È un odore di marcio, un odore di morte, d’impulso prende la coppa e la caraffa colma per metà e li getta nel fuoco. E’ la prima volta che getta via del vino.
Alte fiamme si levano immediatamente, minacciando di uscire al di fuori del marmo che limita il camino; Varys stesso, un uomo che di rado lascia cadere la sua maschera di impassibilità, si ritrae istintivamente.
“E’ un segnale da forze oscure e potenti, vogliono dirci qualcosa.” Afferma Varys. Un brivido corre lungo la schiena di Tyrion, che è un miscredente e in grado di prendere in giro ogni cosa sacra, ma che stavolta sente le sue viscere contorcersi e geme.
“Lord Tyrion, stai bene?”
Varys si alza e cammina verso Tyrion, che fissa ipnotizzato il fuoco.
“Hai sentito anche tu il soffio?”
Varys fa cenno di si con la testa. “Ho creduto fosse il vento dal condotto del camino.,”
“Il vento si fa sentire, questo è passato sulla mia faccia e mi sono sentito avvolto.”
“Un fantasma?”
“I fantasmi non sono reali, vero Lord Varys? Non dobbiamo crederci, dicono i Septon e i Maester.”
“Pensi che sia Ser Jaime?”
“Se mio fratello non tornerà mai più, potrebbe essere il suo modo di comunicare con noi. Dobbiamo salvare Myrcella per lui.”
Tyrion decide di non rivelare per il momento a Cersei la notizia, in caso non sia veritiera o non sia possibile recuperare Myrcella viva.
In un ora è già in sella con Sandor e un gruppo di uomini scelti, i cavalli sono lanciati ad un galoppo sfrenato; le stazioni di cambio sono allertate per avere bastie fresche subito, un messaggio è partito per comunicare a un posto di guardia Lannister lungo il percorso la necessità di rinforzi.
Tyrion si è fatto legare all’animale con la sella speciale che Jaime aveva fatto realizzare per lui, sapendo di rischiare la pelle in caso il cavallo inciampi in un ostacolo. Sandor gli cavalca accanto, il Segugio ha detto che in caso di caduta sarà pronto per salvare Tyrion.
L’importante è arrivare da Myrcella in tempo per salvarla. Con Jaime morto, la ragazza è senza protezione. Considerando le prove, la mano e gli abiti ritrovati, Tyrion è certo suo fratello abbia incontrato il suo destino annegando.
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Tyrion entra nel castello, i suoi uomini hanno eliminato ogni resistenza attorno alle mura, la battaglia è stata più breve e feroce del previsto; Sandor ha trasmesso l’ordine di uccidere senza pietà: non sono stati fatti prigionieri, anche chi si è arreso non ha avuto la vita risparmiata.
Tyrion aveva promesso ai suoi soldati una grande ricompensa in cambio di fedeltà assoluta e segretezza sulla missione, per questo il loro arrivo ha colto i nemici di sorpresa.
Adesso Sandor cammina al fianco di Tyrion con la spada sguainata e insanguinata, ambedue scrutano dentro ogni stanza e dietro ogni porta per trovare la principessa ancora viva; il dramma interiore di Tyrion è di essere arrivato troppo tardi, di avere perso l’attimo e avere causato il crollo finale di sua nipote.
Salgono sempre più in alto, verso il mastio, li Ramsay Bolton accentra il suo potere, nelle spesse pareti del torrione può nascondersi il trabocchetto, la bocca di lupo per gettare verso la morte i condannati; Sandor la trova e Tyrion si fa forza per guardare, prendendo una torcia dal muro.
Si sporge oltre il bordo, chiama nella speranza qualcuno risponda e poi getta la torcia che cadendo illumina le pietre umide e scure fino in fondo; per un attimo rivela solo vecchie ossa prima di spegnersi. Non è la prova che Myrcella sia viva, ma Tyrion ha più speranze .
Clegane lo chiama per sbrigarsi.
“Andiamo, potrebbe essere ferita.”
Hanno portato un giovane Maester con loro, Gavern ha sei anni di esperienza ed è fedele a Tyrion, che lo ha fatto conoscere ad alcune delle tenutarie dei migliori bordelli da cui si serve.
“Vai avanti, tu sei più veloce.”
Le tozze gambe di Tyrion lo frenano mentre Sandor sale a due a due gli scalini scivolosi, c’è del sangue per terra, qualcuno è passato da li con una profonda ferita.
Il mastino lo chiama da un corridoio che parte dalla scala principale, Tyrion vede che sta cercando di forzare una pesante porta.
“Aiutami, non riesco da solo.”
Tyrion non è l’uomo più adatto per un simile compito, ma piega la spalla contro il legno e assieme a spingono con tutte le loro forze. Sentono cedere, ma non abbastanza, si spostano e Sandor colpisce con un pezzo di ferro staccato dal muro il chiavistello per indebolire la serratura; in una pausa tra i colpi sentono una voce dall’interno chiedere aiuto.
Tyrion rimane immobile, sembra la voce di una donna, chiama il nome della nipote, ma non riceve risposta.
Sandor corre alla finestra per chiamare un paio di soldati Lannister in aiuto, ma Tyrion è scaltro, mettendo il pezzo di ferro sotto la porta e facendo leva con tutto il suo peso.
L’effetto è rapido, la porta esce da un cardine e si apre un passaggio abbastanza grande per il nano.
Passare dal corridoio illuminato all’oscurità della stanza richiede un rapido adattamento agli occhi, Tyrion resta fermo finchè le sue pupille sono scure ed enormi; lo spazio è minimo per contenere re un letto, un tavolo e una sedia, la finestra alta lascia filtrare un sole pallido perché una tenda pesante la copre. Tyrion la strappa via, aggrappandosi al bordo inferiore del tessuto, mentre Sandor forza la porta per poter passare.
Tyrion si volta e vede che supino sul letto c’è un uomo semi nudo con la testa in grembo a sua nipote Myrcella, vestita con una tunica leggera; quando lei riconosce lo zio, scoppia in un pianto disperato, ma non si muove. Tyrion si avvicina al letto, la schiena dell’uomo è lacerata dalle ferite e gli manca la mano destra; sembra impossibile, Tyrion non vuole credere a quello che vede, si abbassa per toccare i capelli, sono lunghi e biondi.
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La stanza è gelida, Tyrion si toglie in fretta il suo mantello per passarlo sulle spalle della ragazza che sta tremando.
“Ha la febbre, non riesce a muoversi. Zio Tyrion, aiutalo. Non mangia da giorni.”
Jaime è una visione orribile, il moncherino è visibile, le ferite infette; l’uomo magro e tormentato davanti ai suoi occhi è veramente il giovane leone, si domanda Tyrion.
La luce ora entra nella stanza e la schiena di Jaime è orribile da vedere, Myrcella gli accarezza la testa, i capelli ormai non sono più biondi ma sporchi, stopposi, un odore di marcio emana dal corpo di Jaime, che si lamenta.
“Vai a chiamare Maester Gavern, immediatamente. Ma non dire a nessuno che li abbiamo trovati. Metti gli uomini più fidati a guardia qui sotto. Nessuno deve salire.”
Sandor corre via, Tyrion sente i suoi passi veloci svanire lungo le scale.
“Myrcella, stai bene?” Tyrion ha notato lo sfregio sul volto della nipote e la cicatrice di una lunga ferita sulla mano, hanno rovinato una principessa considerata bellissima.
“No, zio, ma mio padre sta soffrendo di più.“
“Tuo padre?”
Myrcella annuisce. Tyrion comprende che il segreto non è più tale per la ragazza che non rifiuta l'uomo sdraiato accanto a lei.
Dolcemente Tyrion tocca la spalla di Jaime per farlo voltare, sperando di vedere gli occhi verde smeraldo orgoglio dei Lannister.
Jaime emette un gemito, sembra un cane picchiato tante volte che non ha più la forza di protestare, ma quando apre brevemente gli occhi riconosce il fratello.
“Tyrion.” Dice con voce fioca.
“Jaime, andrà tutto bene. Il Maester sta arrivando.”
“Bolton?”
“Sono morti tutti. Non preoccuparti, vi riporteremo subito a casa.”
“No. No!”
Jaime cerca di alzarsi puntando i gomiti sul letto, Mvrcella lo tiene fermo per impedirgli di farsi male cadendo sul pavimento, supplicando lo zio di farlo stare calmo.
“Io non posso tornare a casa.”
“Certo che puoi tornare. Cersei e Tommen sono disperati. Per non parlare di nostro padre. Sembra un vecchio ormai.”
“Myrcella può tornare. Io non posso più guardare in faccia nessuno. Lasciatemi qui. ”
“Hai la febbre, devi riposare. Per favore, padre.”
Myrcella interrompe Jaime, guardando Tyrion con occhi colmi di lacrime, mormorando che gli avrebbe spiegato tutto.
Sandor entra con il Maester e tenendo per un braccio il giovane Greyjoy, magro ed emaciato; Theon ha una ferita sulla coscia, le sue braghe sono macchiate di sangue fresco.
“Theon potrà spiegarci molte cose. ” Dice Sandor. “Era nelle cucine nascosto in una madia.”
Il Maester chiede di esaminare Jaime, Tyrion ordina a tutti di uscire dalla stanza e spostarsi lungo il corridoio, solo Myrcella rimane con il padre, che le ha afferrato la mano pregandola di non lasciarlo. Le rassicurazioni di Tyrion su Gavern non sembrano convincere neanche Myrcella, ma Tyrion decide di soprassedere, non conoscendo quanto sia successo durante la loro prigionia.
“Allora, racconta. E non provare a mentire, altrimenti...”
Sandor avvicina al collo di Theon un pugnale affilato.
“Dopo quello che mi han fatto Bolton, non ho paura di morire. Ramsey ha catturato Ser Jaime e Lady Myrcella e li ha tenuti prigionieri dopo il matrimonio.”
“Allora è vero che ha sposato la principessa?” Chiede Tyrion.
“E’ vero. La cerimonia si è svolta nel sept con solo uomini di Bolton presenti. Ma lui nasconde un segreto. E’ impotente con una donna e quindi ha costretto Ser Jaime a portare a letto la nipote per metterla incinta. Quello che avete visto sulla sua schiena è opera di Bolton per costringerlo.”
Tyrion si sente male al pensiero, si gira e colpisce il muro con un pugno, facendo sanguinare la mano; Sandor d’istinto lo ferma un attimo prima che Tyrion sbatta la testa nello stesso punto.
“C’è già un Lannister che sta soffrendo.”
“Lasciami subito!”
Sandor obbedisce e Tyrion si allontana verso le scale, ha bisogno di prendere aria sapendo che suo fratello è stato costretto a commettere di nuovo il peccato dell’incesto, stavolta con la figlia che lo ha chiamato padre. Tyrion si interroga sulle conseguenze, la reazione di Cersei, la colpa di Jaime, la vergogna di Mycella, la possibilità che nasca un altro bastardo incestuoso, un figlio che rovinerebbe per sempre la principessa, magari un altro Joffrey, crudele e sanguinario.