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About Love

Chapter 10: the blackest day

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Sabato 1 Giugno 2019, 20:30

Dopo Pasquetta la situazione non poteva solo che peggiorare;

Elia stava ancora insieme a Emma, lui diceva a tutti di trovarsi bene, ma lo sapeva pure lui di non essere a suo agio con lei: caratteri troppo differenti, ideali troppo diversi e pensieri troppo discostanti. Aveva perso i contatti con Giovanni per colpa di Emma, e si era allontanato da Martino e Niccolò, sempre per colpa di Emma. Ogni singola azione doveva essere monitorata dalla ragazza.

Filippo continuava la sua vita, mattina studio, pomeriggio Grindr e la sera uscita con le ragazze. Ma era diventato parecchio difficile per lui fare qualcosa che non gli ricordasse Elia: TUTTO. Amava ogni singola cosa che faceva, anche il suo letto gli ricordava del ragazzino di cui si era innamorato.

Eleonora era già in crisi con Edoardo, per colpa del fratello Andrea, che non fece altro che rovinare la loro relazione: prima facendola ubriacare, approfittandone e fotografandola nuda. Tutto, per sua fortuna si sistemò, ma i primi di maggio furono giorni d’inferno. Si mise a piangere persino in diretta radio!

Un periodo tosto per tutti, ma in particolare per i fratelli Sava, anche se teoricamente le cose tra Edoardo ed Eleonora erano tornate anche più forti di prima. Filippo era il problema, si comportava come uno stronzo per nascondere il fatto di essere deluso e rammaricato da quello che aveva fatto Elia.

Ma era arrivato il primo di Giugno, giorno del compleanno di Martino, o meglio, del diciottesimo di Martino. Aveva programmato una festa tra amici intimi, ma i ragazzi decisero di fargli una festa a sorpresa in spiaggia, approfittando de caldo prematuro e del bel tempo.

Chiaramente, anche Filippo era invitato, e sapeva benissimo sarebbero stati presenti anche Emma ed Elia. Avrebbe fatto del suo meglio per non rovinare la festa alla sua Rose.

Si stava preparando in camera, silenzioso, troppo silenzioso, angosciato e pensieroso. Eleonora se n’era accorta “Fili”

”Amò”

”Tutto okay?”

”Sì, tutto okay” dopo si girò verso la sorella “la metto o non la metto la maglietta sotto la camicia?”

”Fanno 30 gradi la sera, io direi di non metterla”

Annui e lasciò cadere la maglietta bianca sul letto, abbottonandosi la camicia lilla “tu vieni vestita così?”

Eleonora si guardò: camicetta bianca a maniche corte “scusa, cosa c’è di male”

”No, niente, niente. Se la festa fosse è al Vaticano il travestimento da suora ti riuscirebbe” si avvicinò alla sorella, sbottonandole un bottone “e mostra un po’ queste tette, che mamma te le ha date. E togliti quei jeans, stiamo andando in spiaggia non a Roma Centro”

”Vedo che metabolizzi in fretta” commentò, riabbottonandosi la camicetta “perché hai gli occhiali da sole alle 8”

”Stile, amò, possibile che te devo spiegà tutto?”

Fece un passo indietro e mise il braccio intorno al collo della sorella “ora noi aspettiamo edo e poi ‘nnamo, ci vedranno e penseranno che semo la coppia più figa de Roma”

Ele si lasciò scappare una risata “e edo?”

”L’autista, scusa. Finché non mi arriva la nuova broom broom siamo vincolati ai suoi porci comodi” guardò l’orologio “mmazza oh, quanto è etero, so’ le 8 e mezza, nun se move?”

”Rilassati sta arrivando” e subito dopo sentirono il campanello “è arrivato”

“Lo hai preso il regalo?” Urlò Filippo dall’altra parte della stanza, come Eleonora aprì al suo ragazzo, salutandolo con un bacio.

”Aiutami te, è iperattivo questa sera, non lo sopporto”

”È normale, vedrà Elia questa” le sussurrò all’orecchio.

”Ti ho sentito!” urlò da camera sua. Che orecchie sopraffini.


La spiaggia era a Ostia, che in quel periodo era abbandonata, quindi non ci sarebbero stati grossi problemi con la musica, l’alcol, l’erba e il resto.

Quando i Sava es Edoardo arrivarono, c’era già Silvia, assieme a Fede e a Nicco, che stavano preparando i tavoli per mettere tutti gli alcolici e il cibo, mentre toccava ai Contrabbandieri portare Martino con l’inganno a mare.

Quel giorno gli avevano “dato buca” tutti, persino Niccolò, quindi Giovanni trovò coscienzioso portarlo al mare con i ragazzi per sollevargli il morale.

Alla fin fine avevano organizzato una festa aperta, chiunque poteva venire, al contrario delle aspettative di Martino, che mai si sarebbe aspettato una festa, non dopo un anno così travagliato per lui e i suoi amici. Il piano era anche quello di dormire in spiaggia tutti insieme. Insomma, si prevedeva una festa con i controcazzi.

Filippo stava aiutando Federica e Silvia a portare le casse di birra, di vodka e di alcol vario in spiaggia, quando vide arrivare Elia, solo, accompagnato solo dalla sua chitarra. Salutò tutti, ma quando arrivò il turno di Filippo, il ragazzo con i capelli biondi cambiò direzione dello sguardo, fingendo di essere stato chiamato da Edoardo. Come i bambini, un atteggiamento non nuovo a chi lo conosceva, e si dà il caso lo conoscano tutti. Potevano tagliare la tensione con un coltello, se solo ne avessero avuto uno.

Subito dopo arrivarono Eva e Sana con le tende da montare “uomini fatevi avanti” disse Sana, lasciando cadere tutto sulla sabbia “e fate in fretta, Giovanni è a venti minuti di distanza”

Elia non riusciva a distogliere lo sguardo dal biondino, che cercava di aiutare Edoardo a montare la tenda “questa è per Marti e Nicco, giusto?” chiese Filippo “in qualche modo dovranno scopare ‘sta notte” Nicco si fece scappare una risata rumorosa “ops, scusa Rose numero 2”

”Quelle tende dovranno tornare da me in qualche modo” precisò Sana.

”Dai, poi le lavi, è sb-“

Sana gli diede una pacca amichevole sulla spalla “e muoviti, ne dobbiamo montare altre tre. Anzi, dovete. Quindi, Elia vai ad aiutarli”

Edoardo si sentiva come un terzo incomodo “dai Nicco, vieni”, solo per non sentire frecciatine come a Pasquetta. Poco sapeva che il giovane dal sorriso ammaliante era peggio di Elia e Filippo messi insieme.

”Come mai niente Emma?” chiese Niccolò, mentre alzava il palo della tenda.

”Abbiamo litigato” ammise il giovane, sentendo una risatina da parte di Filippo, che era proprio davanti a lui “le cose non vanno bene”

”Mi dispiace” rispose Filippo.

”A me no. Non c’è amore”

Filippo non rispose, aveva già sentito abbastanza “alza il telo” ordinò a Elia.

E dopo che anche la seconda tenda era montata, passarono alla terza e poi alla quarta. Fecero un semicerchio con le tende, perché l’idea di Niccolò era quella di fare un falò al centro, come nei film di Hollywood.

I ragazzi corsero subito a cercare della legna in un boschetto là vicino, racimolando un bel po’ di legna da ardere e di pietre per arginare il fuoco.

Ma la legna non era ancora abbastanza, Filippo si offrì di andare a raccogliere qualche altro tronco, ma non si aspettava che qualcuno lo stesse seguendo.

Mentre era chinato a raccogliere un tronchetto sentì la voce che avrebbe voluto sentire “Fili” era Elia “hai due secondi?”

”Per cosa?” chiese girandosi, facendo finta di niente.

”Lo sappiamo entrambi, Fili”

”Non ti voglio sentir parlare”

”Invece lo farai”

”Ohoh, come siamo dominanti ‘sta sera. Sei così anche a letto con Em-“

”Fammi parlare, cazzo! Non essere sempre così egocentrico, porca troia”

“Hai tutta la mia attenzione” disse tranquillo, con la legna ancora in mani.

”Filippo, io non ti avrei mai voluto ferire”

Era serio. Gliene voleva parlare da un po’, e stava andando proprio come se li stava immaginando. Non aveva ansia di non essere capito, come capitò nei due mesi precedenti con Emma.

”Hai smesso di scrivermi da un giorno all’altro, e dopo una settimana ti vedo con quella. E ora hai anche la faccia di merda di dirmi di non avermi mai voluto ferire? Elia, cazzo, ci sono stato- ci sto male da aprile per questa cosa, perché non me ne hai parlato subito? Perché mi hai evitato per due mesi? Io con te ho condiviso una grande parte della mia vita. Di te mi sono fidati. Di te mi sono innamorato”

L’ultima parte lasciò sconcertato il giovane Elia, che non si aspettava una dichiarazione, questa era la parte inaspettata della conversazione, quella che non avrebbe mai immaginato. La parte più dolorosa è che lo stava guardando negli occhi nonostante la luce soffusa. Ancora più straziante è che riusciva a vedere una lacrima brillare attraverso la luce.

”Filippo, io sono stato benissimo con te, ma-“

”Ma sei etero. Avanti, dillo, feri-“

”Stai zitto per una volta. Sto parlando io”

Filippo fece cadere i legnetti e mise le braccia conserte contro il petto “ti ascolto” disse, tirando un grosso sospiro.

”Io non avevo veramente intenzione di farti del male... Devi sapere che l’ultimo giorno che siamo usciti... mio padre ci ha visti. Appena siamo tornati a casa si è incazzato e... mi ha colpito, per questo ho iniziato a uscire con Emma”

L’espressione di Filippo mutò, non era più fredda.

“Io non volevo trattarti così. Io non volevo perdere te, non volevo perdere Giovanni, non volevo litigare con Niccolò” Elia stava sul punto di esplodere, tirava su col naso per trattenere le lacrime “volevo essere normale

Filippo si lanciò su di lui, abbracciandolo per farlo sfogare, e ci riuscì. Iniziò a grondare di lacrime fino a bagnare la camicia dell’altro ragazzo “ti amo, Filippo, cazzo, TI AMO!” urlò quasi, tirando colpetti leggeri sulla schiena di Filippo “non volevo, perdonami, sono una merda”

Filippo poteva sentire il suo corpo sciogliersi al tocco di Elia, che strofinava la faccia sull’incavatura del suo collo, tentando di asciugare le lacrime.

Ad un certo punto sentirono “AUGURI MARTI!”, era chiaro che la festa era iniziata.

Filippo offrì la camicia a Elia per asciugarsi le lacrime “andiamo, si staranno chiedendo dove siamo”

Elia seguì il biondino e diede gli auguri a Martino, che era rimasto molto sorpreso dalla festa “siete pazzi” ammise ansimando, camminò e vide quanti alcolici e cibo erano presenti “davvero, non dovevate”

”Tu non volevi festeggiare? Festeggiamo noi” disse Giovanni, abbracciando il proprio migliore amico “ti voglio bene, zi’ “

”È stata un’idea tua?”

”Di tutti” rispose Luchino “è stato un piano di tutti”

”Però perché ora Rose non saluta la sua altra Rose?” Domandò Filippo, spingendo Niccolò verso il suo ragazzo.

”Ti amo” gli disse Nicco, prima di baciarlo appassionatamente.

Subito dopo Martino e Niccolò furono innaffiati da una pioggia di prosecco, aperta da Giovanni “non vi preoccupate della puzza di alcol, tanto dormiamo tutti qua!”

Martino sorrise e ammirò il campeggio con tanto di falò che avevano creato.


E subito dopo s’iniziò a bere, nessuno rifiutò quella sera, neanche Eleonora, che una birra se la concesse.

E verso fine serata quasi tutti erano troppo ubriachi anche per rimanere in piedi. Martino e Niccolò si erano chiusi nella tenda a “giocare a scacchi”, Edoardo ed Eleonora erano stesi sulla sabbia ad ammirare le stelle, Giovanni ed Eva stavano parlando con Sana e Federica, mentre Luchino stava accoccolato su Silvia, la quale non sembrava disgustata o altro, era sdraiata con una birra in mano ad accarezzargli i capelli.

Elia decise di sedersi davanti al fuoco ler riscaldarsi, dato che stava iniziando a fare leggermente freddo, e il ragazzo lo soffriva tanto. Filippo si sedette accanto a lui, posando un asciugamani sulle loro spalle “ti stai divertendo?”

”Sì” affermò, continuando a guardare il fuoco.

”Non mi sembri convinto”

”Il fatto è che mi sento una merda da un po’ di tempo. Ho esagerato, volevo solo essere normale”

”Perché io non sono normale? Martino non è normale? Niccolò non è normale?”

”Tu sei normale, Eli, noi siamo normali. Tuo padre non è normale”

Il giovane si girò a guardarli negli occhi “il fatto è che... avrei sognato presentarti ai miei e dire lui è il mio ragazzo, ma credo che ormai non vuoi avere più niente a che fare con me”

Filippo scosse la testa “ti sbagli, Elia. Io ti amo”

”Ti amo anche io, Filippo”

E per la prima volta da quando si sono conosciuti, sentirono il magnetismo tra le loro labbra, che si scontrarono in un bacio profondo, trasportato, ma tranquillo, senza fretta. I due crollarono sulla sabbia senza fermare il bacio. Fu Elia il primo a romperlo “entriamo in tenda? Sta iniziando a fare freddo”

Il biondo annuì e si chiusero in una delle tende vuote, stendendosi e usando l’asciugamani come coperta.

Elia guardò un’ultima volta Filippo in faccia, prima di baciarlo di nuovo e navigare con le mani sul suo corpo.

Filippo sapeva cosa voleva, lo sentiva e lo voleva anche lui, ma non lo avrebbe fatto. Gli bloccò le mani, che erano arrivate sui suoi boxers “No, Elia, non ora, non qui. Voglio che la tua prima volta sia speciale”

Elia annuì e immerse la testa nel collo di Filippo. Fu il sonno più bello dell’intero anno.