Liceo classico

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Il liceo classico è una scuola secondaria di secondo grado quinquennale a ciclo unico del sistema scolastico italiano incentrata sugli studi umanistici. Fu istituito come scuola d'élite con la riforma Gentile nel 1923, traendo origini dal ginnasio-liceo istituito con la legge Casati del 1859, e fu riformato nel 1940 dalla legge Bottai, che con la creazione della scuola media trasformò il ginnasio in una scuola secondaria di secondo grado quinquennale.

Fornisce un'istruzione non professionalizzante finalizzata al successivo accesso all'università.

Descrizione e caratteristiche

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Il liceo classico è improntato all'insegnamento delle discipline umanistiche, anche attraverso lo studio delle lingue e delle culture classiche, a cui sono comunque accostate anche materie scientifiche ed altre materie il cui insegnamento è comune a tutte le altre scuole secondarie, tra cui ad esempio lingua inglese, scienze motorie e sportive oltre che religione cattolica e educazione civica.

In base all'ordinamento del 2010 previsto dalla riforma Gelmini, la maggioranza del monte ore è appunto assegnata alle materie umanistiche che prevedono l'insegnamento di lingua e letteratura italiana, lingua e cultura latina, lingua e cultura greca, filosofia, geografia e storia a cui si aggiunge a partire dal terzo anno anche storia dell'arte mentre la rimanente parte è assegnata all'insegnamento di: lingua e cultura inglese, matematica, scienze naturali, scienze motorie e sportive oltre che religione cattolica o attività ad esso alternative a cui si aggiunge fisica a partire dal terzo anno. Geografia e storia vengono trattate unitariamente nel biennio per poi lasciare spazio, a partire dal terzo anno, al solo insegnamento della storia mentre l'insegnamento delle scienze naturali tratta, nel corso dei cinque anni, di biologia, chimica e scienze della Terra.

Il biennio del liceo classico, in base all'ordinamento del 2010, mantiene la denominazione di ginnasio, tipica nella tradizione europea delle scuole propedeutiche agli studi classici superiori.

Quadro orario
Liceo classico tradizionale (2010 - in vigore) 1° biennio 2° biennio V anno
I anno II anno III anno IV anno
Lingua e letteratura italiana 4 4 4 4 4
Lingua e cultura latina 5 5 4 4 4
Lingua e cultura greca 4 4 3 3 3
Lingua e cultura straniera 3 3 3 3 3
Storia e geografia 3 3 - - -
Storia - - 3 3 3
Filosofia - - 3 3 3
Matematica 3 3 2 2 2
Fisica - - 2 2 2
Scienze naturali 2 2 2 2 2
Storia dell'arte - - 2 2 2
Scienze motorie e sportive 2 2 2 2 2
Religione cattolica o attività alternative 1 1 1 1 1
Totale delle ore settimanali 27 27 31 31 31

Ginnasio liceo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Legge Casati.
Gabrio Casati.

Il liceo classico trova le sue radici nel "ginnasio-liceo" istituito nel 1859 dalla legge Casati[1] come scuola successiva alle elementari, che venivano rese obbligatorie; la legge, inizialmente vigente nel solo Regno di Sardegna, fu poi estesa a tutta Italia dopo l'unificazione. I licei, peraltro, già esistevano, essendo stati istituiti in epoca napoleonica per assicurare un'istruzione di alto livello anche da parte di istituzioni laiche. Con la legge Casati si voleva, come nel resto d'Europa, mettere ordine nel settore, precisando quali erano le prerogative dello Stato in materia di istruzione.

Sul modello della tradizione scolastica umanistica preunitaria, la legge Casati prevedeva un unico indirizzo liceale in cui le materie letterarie e umanistiche erano prevalenti. Il piano di studi originario prevedeva un corso di otto anni (non esistendo all'epoca la scuola media), diviso in un quinquennio ginnasiale e in un triennio liceale; lo studio del latino iniziava nella prima classe del ginnasio, quello del greco nella terza.

Il ginnasio-liceo era una scuola secondaria della durata di otto anni. Vi si accedeva dopo la scuola elementare (inizialmente di durata quadriennale) e dava accesso a qualsiasi facoltà universitaria; il ginnasio-liceo era l'unico corso di studi secondario di tipo liceale, ovvero non finalizzato a una formazione tecnico-professionale, ma al proseguimento degli studi in ambito universitario.

Il piano di studi si rifaceva direttamente alla tradizione scolastica del trivio ed erano quindi prevalenti le materie umanistiche, tanto che, ai primi anni del ginnasio, le sole italiano e latino coprivano tre quinti del totale delle ore di lezione. Va però considerato che, all'epoca, la scuola elementare (quadriennale e comunale) era molto diversa da quella moderna e che, di fatto, la prima vera scolarizzazione avveniva al ginnasio.

Il ginnasio-liceo era quindi pensato per formare le future classi dirigenti: chi lo frequentava avrebbe proseguito gli studi, perciò i programmi non contemplavano alcuno scopo utilitaristico né riferimenti al mondo del lavoro.

Fin dal suo inizio, la scuola fu criticata per il suo approccio umanistico-filosofico, che relegava ad un ruolo di secondo piano l'istruzione tecnica.[2]

Quadro orario
Ginnasio (1859) I II III IV V
Lingua e letteratura italiana 7 7 6 4 4
Lingua e cultura latina 8 8 9 6 6
Lingua e cultura greca antica - - 2 4 4
Storia e geografia 4 4 2 3 3
Aritmetica 1 1 1 3 3
Ginnastica e esercizi militari 4 4 4 2 2
Religione 1 1 1 1 1
Totale delle ore settimanali 25 25 25 23 23
Liceo (1859) I II III
Italiano 5 4 3
Latino 3 2 2
Greco 2 2 2
Storia 4 4 3
Matematica 8 - 3
Fisica e chimica - 6 3
Filosofia - 4 4
Storia naturale - - 5
Totale delle ore settimanali 22 22 25

Successive modifiche

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Il ginnasio liceo delineato dalla legge Casati rimase sostanzialmente invariato fino al 1923, anche se i programmi e i quadri orari vennero rinnovati più volte (nel 1867, 1881, 1884, 1888, 1892).[3] Il quadro orario del 1892 introdusse lo studio del francese dalla terza ginnasio alla quinta ginnasio, colmando la mancanza di una lingua straniera.

All'inizio del Novecento, essendo emerso il problema della carente istruzione matematico/scientifica, fu concesso ai singoli licei di attivare sezioni sperimentali in cui, al posto del greco, potevano essere impartiti insegnamenti di matematica o di una lingua moderna. Nel 1911 fu istituito il liceo moderno, che si affiancò al corso tradizionale; per distinguerlo da quest'ultimo, il tradizionale ginnasio liceo iniziò a essere chiamato informalmente "liceo classico", anche se, ufficialmente, il nome restava "ginnasio-liceo".

Il liceo moderno fu abolito nel 1923 con la riforma Gentile, che contestualmente istituì il liceo scientifico.

Riforma Gentile e preminenza del liceo classico

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La riforma Gentile del 1923 riprese l'impianto complessivo del ginnasio/liceo, accentuandone l'aspetto umanistico-classicista.[4] Questo era in sintonia con i principi della filosofia neoidealista, di cui Gentile era, con Benedetto Croce, il massimo esponente. Infatti i filosofi neoidealisti consideravano le discipline letterarie, storiche e filosofiche le uniche in grado di fornire vera e propria conoscenza. Veniva valorizzata soprattutto la filosofia, costituendo essa la fondazione ultima delle scienze astratte e naturali, e proprio per questo indispensabile per renderle comprensibili.

Nella logica gentiliana la scuola d'élite doveva coincidere con il liceo "classico", destinato alla formazione delle future classi dirigenti e per questo posto in una posizione privilegiata nei confronti degli altri indirizzi secondari superiori: solo ai diplomati in possesso di maturità classica era infatti concessa la libera iscrizione in qualsiasi facoltà universitaria, mentre ad esempio chi proveniva dal liceo scientifico non poteva iscriversi né a lettere, né a giurisprudenza. Questa ultima preclusione era particolarmente grave, in quanto giurisprudenza era la laurea di elezione per i politici e i parlamentari.

I profondi mutamenti apportati all'intero sistema scolastico si risentiranno anche sul liceo classico: la nuova scuola elementare, quinquennale e statale, garantiva una preparazione adeguata; per accedere al ginnasio bisognava superare un nuovo impegnativo esame di ammissione; erano previsti esami altrettanto impegnativi tra la III e la IV ginnasio, tra la V ginnasio e la I liceo, e, a fine corso, il nuovo esame di maturità, un esame di stato estremamente rigoroso. I nuovi programmi ministeriali esaltavano la componente estetico-letteraria: lo studio dell'italiano e della filosofia fu strutturato in chiave storica, come studio della storia della letteratura e del pensiero filosofico.

Il nome ufficiale rimase "ginnasio liceo", benché l'ultimo triennio venisse correntemente chiamato "liceo classico", per poterlo distinguere dal liceo scientifico.

Quadro orario
Ginnasio (1923 - 1940) I II III IV V
Italiano 7 7 7 5 5
Latino 8 7 7 6 6
Greco - - - 4 4
Lingua straniera - 3 4 4 4
Storia e geografia 5 5 4 3 3
Matematica 1 2 2 2 2
Totale delle ore settimanali 21 24 24 24 24
Liceo (1923 - 1940) I II III
Lettere italiane 4 4 3
Lettere latine 4 4 3
Lettere greche 4 4 3
Storia 3 3 3
Filosofia 3 3 3
Matematica 3 2 3
Fisica 1 2 2
Scienze naturali, chimica e geografia 3 2 3
Storia dell'arte - 2 2
Totale delle ore settimanali 25 26 25

Riforma Bottai e nascita del liceo classico

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Giuseppe Bottai.

Prima della Riforma Bottai l'istruzione dopo le elementari era divisa in diverse scuole, ognuna delle quali era propedeutica a un certo indirizzo (liceale o tecnico). Nel 1940 Bottai istituì la scuola media "unica" triennale,[5] che assorbì i primi tre anni di ginnasio: da allora il liceo classico è strutturato come una scuola quinquennale, ma mantenne la numerazione delle classi previgente (quindi i primi due anni sono le classi quarta e quinta del ginnasio, gli ultimi tre sono le classi prima, seconda e terza del liceo: la numerazione è peculiare, poiché le altre scuole secondarie prevedono le classi dalla prima alla quinta in corrispondenza degli anni di corso).

A parte qualche necessario ritocco agli orari, come la divisione di storia e geografia in due singole materie per il IV e V ginnasio, il nuovo corso rimaneva sostanzialmente identico al precedente.

In questa occasione il nome ufficiale fu cambiato in "liceo classico"; la denominazione degli anni di corso, però, rimase quella tradizionale, non più in vigore dal 2010: dopo la III media c'erano la IV e la V ginnasio e poi la I, la II e la III liceo classico.

Permanevano l'impostazione gentiliana con l'accesso in esclusiva a tutti i corsi universitari e la lingua straniera limitata al primo biennio. Quest'ultimo aspetto cominciò a essere percepito come una lacuna, sempre più grave col passare degli anni, che sarà superata solo negli anni novanta con il meccanismo delle sperimentazioni.

A causa degli eventi bellici, dopo Bottai 1940-1944 l'orario e il quadro delle materie fu più volte rimaneggiato (vedi Biggini 1944/45 e Arangio Ruitz 1945-1952) nell'età della Repubblica. L'orario definitivo si avrà solo nel 1952/53 ad opera del min. Segni.[6]

Quadro orario
Liceo classico
(1952 - 2010)
Ginnasio Liceo
IV V I II III
Lingua e lettere italiane 5 5 4 4 4
Lingua e lettere latine 5 5 4 4 4
Lingua e lettere greche 4 4 3 3 3
Lingua e letteratura straniera 4 4 - - -
Storia 2 2 3 3 3
Geografia 2 2 - - -
Filosofia - - 3 3 3
Matematica 2 2 3 2 2
Fisica - - - 2 3
Scienze naturali, chimica e geografia - - 4 3 2
Storia dell'arte - - 1 1 2
Educazione fisica 2 2 2 2 2
Religione cattolica o attività alternative 1 1 1 1 1
Totale delle ore settimanali 27 27 28 28 29

Dopoguerra e perdita del ruolo di scuola elitaria

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La quota degli studenti del liceo classico iniziò a diminuire in favore del liceo scientifico, l'accesso al quale era stato facilitato con l'istituzione della scuola media. Dopo il 1969, con la liberalizzazione dell'accesso all'università, questa quota si ridusse ulteriormente; al momento della riforma Gelmini (varata nel 2010), fra gli iscritti all'ultimo anno di corso, il liceo classico avrebbe contato 51.000 studenti a fronte dei 103.000 del liceo scientifico.[7]

Nel 1969 l'accesso all'università venne liberalizzato, ponendo un termine alla preminenza del liceo classico nei confronti degli altri indirizzi di studi secondari: l'iscrizione a ogni facoltà fu concessa a tutti i diplomati degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale.[8]

Sperimentazioni

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Sede ministeriale in viale Trastevere, a Roma.

Come tutte le altre scuole superiori, anche i licei classici a partire dal '70 godettero di una certa autonomia che consentì di attivare corsi sperimentali insieme al corso d'ordinamento ufficiale previsto dal Ministero, o anche in sostituzione di questo. I corsi sperimentali, una volta approvati con circolare ministeriale, potevano essere liberamente adottati dai singoli licei.

La sperimentazione più diffusa andava a colmare quella che era avvertita come la maggiore lacuna di questa scuola, ossia la mancanza della lingua straniera negli ultimi tre anni; e in effetti, questa sperimentazione sostituì di fatto il corso d'ordinamento e fu essa stessa la base di ulteriori sperimentazioni, come la sperimentazione storia dell'arte e la sperimentazione P.N.I. Al momento della riforma Gelmini (2010), la stragrande maggioranza degli studenti frequentava uno di questi corsi:

  • Sperimentazione liceo classico della Comunicazione: prevedeva lo studio della materia aggiuntiva "Scienze della Comunicazione", inoltre venivano inserite nel programma un'ora di diritto ed economia sin dalla quarta ginnasio, due ore in più di matematica e due ore di scienze della terra e biologia. Il Linguaggio della Comunicazione può variare da informatica, cinema, teatro e danza.
  • Sperimentazione liceo classico PNI linguistico: prevedeva il consueto potenziamento della matematica (4 ore al ginnasio, 3 ore al liceo) e l'insegnamento non curricolare di una seconda lingua straniera (francese, tedesco, spagnolo, prevalentemente la prima) per due ore settimanali per i primi quattro anni. L'apprendimento dell'area linguistica, così potenziata, viene fondato sullo studio comparato delle radici classiche comuni grammaticali e semantico-lessicali. L'indirizzo coniuga, dunque, la formazione classica, integrata con ampliamenti in aree matematico-informatiche, con le esigenze della cittadinanza europea, ampliando il curriculum con l'insegnamento di una seconda lingua comunitaria.

Sperimentazione lingua straniera

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Liceo classico (fino al 2010)
sperimentazione lingua straniera
Ginnasio Liceo
IV V I II III
Lingua e lettere italiane 5 5 4 4 4
Lingua e lettere latine 5 5 4 4 4
Lingua e lettere greche 4 4 3 3 3
Lingua e letteratura straniera 3 3 3 3 3
Storia 2 2 3 3 3
Geografia 2 2 - - -
Filosofia - - 3 3 3
Matematica 2 2 3 2 2
Fisica - - - 2 3
Scienze naturali, chimica e geografia - - 4 3 2
Storia dell'arte - - 1 1 2
Educazione fisica 2 2 2 2 2
Religione cattolica o attività alternative 1 1 1 1 1
Totale delle ore settimanali 26 26 31 31 32

Sperimentazione lingua e arte

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Liceo classico (fino al 2010)
sperimentazione lingua e arte
Ginnasio Liceo
IV V I II III
Lingua e lettere italiane 5 5 4 4 4
Lingua e lettere latine 5 5 4 4 4
Lingua e lettere greche 4 4 3 3 3
Lingua e letteratura straniera 3 3 3 3 3
Storia 2 2 3 3 3
Geografia 2 2 - - -
Filosofia - - 3 3 3
Matematica 2 2 3 2 2
Fisica - - - 2 3
Scienze naturali, chimica e geografia - - 4 3 2
Storia dell'arte 2 2 2 2 2
Educazione fisica 2 2 2 2 2
Religione cattolica o attività alternative 1 1 1 1 1
Totale delle ore settimanali 28 28 32 32 32

Sperimentazione lingua e PNI

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Liceo classico (fino al 2010)
sperimentazione lingua e PNI
Ginnasio Liceo
IV V I II III
Lingua e lettere italiane 5 5 4 4 4
Lingua e lettere latine 5 5 4 4 4
Lingua e lettere greche 4 4 3 3 3
Lingua e letteratura straniera 3 3 3 3 3
Storia 2 2 3 3 3
Geografia 2 2 - - -
Filosofia - - 3 3 3
Matematica 4 4 3 3 3
Fisica - - - 2 3
Scienze naturali, chimica e geografia - - 4 3 2
Storia dell'arte - - 1 1 2
Educazione fisica 2 2 2 2 2
Religione cattolica o attività alternative 1 1 1 1 1
Totale delle ore settimanali 28 28 31 32 33

Sperimentazione bilinguismo

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Liceo classico (fino al 2010)
sperimentazione bilinguismo
Ginnasio Liceo
IV V I II III
Lingua e lettere italiane 5 5 4 4 4
Lingua e lettere latine 5 5 4 4 4
Lingua e lettere greche 4 4 3 3 3
Lingua e letteratura straniera 1 3 3 3 3 3
Lingua e letteratura straniera 2 3 3 3 3 3
Storia 2 2 3 3 3
Geografia 2 2 - - -
Filosofia - - 3 3 3
Matematica 2 2 3 2 2
Fisica - - - 2 3
Scienze naturali, chimica e geografia - - 4 3 2
Storia dell'arte - - 1 1 2
Educazione fisica 2 2 2 2 2
Religione cattolica o attività alternative 1 1 1 1 1
Totale delle ore settimanali 29 29 34 34 35

Sperimentazione Brocca

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il Progetto Brocca prevedeva ore supplementari rispetto al liceo classico tradizionale, con l'inserimento nel biennio del diritto e dell'economia, della frequenza presso il laboratorio di chimica e fisica, dell'informatica abbinata alla matematica per tutto il quinquennio, e un potenziamento delle ore di scienze (chimica, biologia, scienze della Terra). La sperimentazione è stata abolita con l'entrata in vigore della riforma Gelmini.

Sperimentazione classico europeo

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Il Liceo classico europeo prese le mosse dai principi del trattato di Maastricht. L'apprendimento delle lingue degli Stati membri viene abbinata alla conoscenza della cultura e della storia dei popoli europei e questo istituto nasce per favorire la formazione di una coscienza europea, per ottenere un rafforzamento sempre maggiore dell'Unione europea.

Il liceo classico europeo è stato pensato a partire dai programmi del liceo classico tradizionale ai quali sono stati aggiunti interessi specifici o innovative. In particolare lo studio quinquennale di due lingue straniere (la lingua inglese e una seconda lingua comunitaria tra il francese, il tedesco e lo spagnolo), del diritto e dell'economia politica, di due materie curriculari non linguistiche insegnate in lingua straniera tra storia, storia dell'arte, scienze, geografia (chiamata anche geostoria), diritto ed economia politica, l'accorpamento del greco e del latino in un'unica materia (lingue e letterature classiche) con approccio comparatista; inoltre le ore di matematica vengono aumentate fino a raggiungere un totale uguale a quello del liceo scientifico.

Nel 2008 gli iscritti al liceo classico erano circa 280 000 (il 70% ragazze), ponendo questo indirizzo scolastico al quarto posto dopo i licei scientifici e gli istituti tecnici e professionali.[9]

Secondo i dati forniti da La Repubblica, dal 2010 al 2023 il numero di matricole del liceo classico si è dimezzato.[10]

Riforma Moratti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Riforma Moratti.

Dibattito e criticità

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Secondo dati del consorzio Almalaurea, al 2016 i diplomati del liceo classico conseguivano il punteggio di laurea più alto (105/110) in quindici settori differenti, e pari merito col liceo scientifico nelle facoltà di ingegneria (con una media di 102,1). I diplomati del classico risultavano regolari negli studi al pari di quelli dello scientifico. Inoltre, ne usciva superata l'immagine classista di questa scuola: il 33,8% degli iscritti proveniva infatti dalla classe media impiegatizia, mentre il 13,7% dalla classe del lavoro esecutivo. Secondo i dati di Almadiploma, il 74% degli ex allievi ha dichiarato che sceglierebbe di nuovo lo stesso percorso di studi.[11]

Sull'utilità dello studio del latino è stato osservato che il 75% delle parole inglesi sono prestiti dal francese (lingua neolatina) o da questa lingua classica.[12]

Secondo alcuni autori sarebbe la scuola che prepara meglio ad affrontare gli studi universitari[13] ma le opinioni in merito non sono concordi.[14] Numerosi scienziati italiani hanno un solido background umanistico.[15] Il classico è stato considerato a lungo "scuola formativa per eccellenza", e la sua organizzazione fu impostata a tal fine.[16] Nel tempo ha fatto registrare una riduzione di iscritti.[17][18]

Il dibattito sulla necessità o meno di abolire lo studio del latino e del greco antico non è recente. Già nel 1782, Thomas Jefferson affermava che in Europa l'insegnamento del greco e del latino era in disuso. Nella relazione Sulle condizioni della pubblica istruzione nel Regno d'Italia del 1865, si affermava che «Le lettere latine non sono studiate né amate dai giovani e, in quanto a cognizioni di latino, si ha un notevole regresso da venticinque anni a questa parte» e, per il greco, «il frutto dello studio del greco nelle nostre scuole è così scarso, e che i giovani appena uscitine, dimenticano così profondamente quel poco che ne hanno appreso, che è impossibile non considerare come perduto il tempo e la fatica che discepoli e maestri vi hanno consacrato»[19]. All'inizio del XXI secolo, Federico Condello e il quotidiano Il Sole 24 Ore si sono occupati della questione.[20]

Nel 1906, Ernesto Cesare Longobardi scrisse che "l'Italia ha più bisogno di uomini che producono che di uomini che parlino e scrivano, più di commercianti e di tecnici che di commentatori di classici"; ma affermò anche che abbandonare completamente lo studio del latino sarebbe altrettanto dannoso.[20]

Secondo Françoise Waquet, la rivoluzione sociale che ha portato all'informazione di massa è stata generata anche dal rifiuto del privilegio sul piano della comunicazione da parte di una élite. Il latino era stato non tanto una lingua morta, quanto piuttosto una linea guida per affrontare la vita.[21]

Dai sostenitori del modello educativo che il liceo classico incarna, la comprensione del testo è vista come fondamentale per poter tradurre correttamente latino e greco antico; tale traduzione è stata assimilata a "ricerca scientifica" come tipo di esercizio mentre, secondo altre opinioni, quanto si fa coi testi di letteratura greca e latina si potrebbe realizzare con pari risultati dedicandosi alle lingue moderne. Inoltre l'insegnamento delle lingue antiche non migliorerebbe la preparazione degli studenti, confrontandola con quella ottenuta dalle altre scuole superiori, ma soltanto le loro competenze nell'ambito delle discipline umanistiche, quindi sarebbe più idonea solo per studenti con questi specifici interessi.[22]

Per alcuni gli insegnamenti sono rimasti legati ai secoli passati, quando la formazione era destinata all'élite. Se i dati statistici sembrano premiare il liceo classico,[23] questo non risulterebbe sufficiente per sancire una superiorità del liceo classico rispetto alle altre scuole superiori.[24][25] Avendo ancora oggi il liceo classico la fama di essere una scuola elitaria, gli studenti che si iscrivono al liceo classico sarebbero in partenza già un po' più preparati e motivati dalle famiglie rispetto a quelli che si iscrivono in altre scuole superiori e avrebbero raggiunto risultati migliori già dalla scuola media inferiore.[26] Un altro fattore potrebbe essere la presenza molto ridotta di studenti extracomunitari, partendo da analisi che mettono in relazione il numero di studenti stranieri col rendimento collettivo.[27]

Il liceo classico non sarebbe al passo con la modernità[28] e, diversamente da quanto avviene nei Paesi più sviluppati, solo in Italia una "scuola elitaria" rende obbligatorio l'insegnamento del latino e del greco antico. L'istruzione in Paesi come la Finlandia, considerata tra le migliori al mondo, oppure quella degli Stati Uniti d'America (i cui contenuti e modello, come il SAT o l'APT del The College Board, sono stati imitati anche da molte scuole superiori cinesi), non prevedono l'insegnamento delle lingue antiche se non marginalmente.[29]

Secondo alcuni, il liceo classico sarebbe la "scuola che tutti ci invidiano",[30][31] e questo è stato ripetuto da più fonti;[32][33] tuttavia la scuola italiana (e il liceo classico in particolare) non sembrerebbe essere ai vertici dell'istruzione europea o mondiale. Le classifiche pubblicate da organismi come l'OCSE spiegano che gli studenti italiani studiano per un numero di ore (in media 50 ore a settimana) sensibilmente maggiore rispetto a studenti di altri Paesi, come ad esempio Germania (36 ore a settimana) o Svizzera (38 ore a settimana) e, nonostante ciò, la preparazione degli studenti italiani sarebbe nettamente inferiore.[34]

In occasione delle elezioni politiche del 2018, Emma Bonino ha affermato che in Italia sarebbero necessari più ingegneri e operai specializzati che latinisti, e che i laureati in Italia sono di per sé pochi e spesso preferiscono corsi di laurea umanistici, con scarsi e malpagati sbocchi lavorativi.[28][35] Il periodico iO Donna ha pubblicato un'analisi comparata condotta separatamente dai giornalisti Tommaso Labate e Paolo Conti dalla quale emerge il terrore di formare "legioni di coltissimi disoccupati intellettuali".[35]

Rete Nazionale dei Licei Classici

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Il 21 aprile 2016, presso il Liceo Classico-Scientifico "Gulli e Pennisi" di Acireale (CT), è stato sottoscritto e depositato l'atto istitutivo della Rete Nazionale dei Licei Classici (RLNC),[36] soggetto pubblico al quale, a maggio 2016, già aderivano oltre ottanta istituti presenti in sedici regioni di tutto il Paese. Fra gli obiettivi istituzionali della rete, sono citati la promozione di "iniziative finalizzate alla valorizzazione e alla diffusione della cultura e degli studi umanistici" e la "diffusione di testi in formato digitale e materiali per la didattica prodotti dalle singole istituzioni scolastiche",[36] aprendo alla possibilità di un loro rilascio a contenuto aperto, liberamente consultabile anche da utilizzatori diversi da studenti e docenti di istituti superiori o università.

Le competenze della RLNC riguardano:

  • aspetti organizzativi: tecnologie multimediali, ambienti di lavoro e di apprendimento, processi, progetti, competenze
  • aspetti didattici: materiale didattico, buone pratiche ed esperienze, seminari e incontri a livello territoriale, attività o laboratori di ricerca e formazione, alternanza scuola-lavoro.

Il 17 maggio 2018 è stato presentato al MIUR il portale della Rete Nazionale dei Licei Classici[37], strumento comunicativo e collaborativo utile per condividere la programmazione degli obiettivi strategici e l'adeguamento "metodologico-didattico delle discipline d'indirizzo di curricolo" qualificanti il percorso di studi.

Le risorse economico-finanziarie della Rete sono attinte dal MIUR, dagli Uffici Scolastici Regionali, da enti e soggetti privati. La loro gestione amministrativa e contabile è a carico dell'istituto capofila.[36]

Secondo dati del MIUR, al 2017 sarebbero presenti in Italia 707 licei classici, di cui 565 statali e 162 paritari. Le regioni che ne vantano il numero maggiore sono la Campania (97), il Lazio (90) e la Sicilia (88, a fronte di 5 milioni di abitanti).

La Lombardia ne ha 75 per 10 milioni di abitanti, il Piemonte ne ha 37 per 4.3 mln di residenti, la Puglia 58 per poco più di 4, l'Emilia Romagna 26 per 4.4 milioni.[38]

Licei classici più antichi in attività

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Istituti fondati nel XV secolo

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  • Liceo classico Niccolò Forteguerri, fondato a Pistoia nel 1475 con il nome di Pia Casa della Sapienza.[39] Vi insegnò Giosuè Carducci, che poi fu chiamato all'Università di Bologna.
  • Convitto nazionale Agostino Nifo, fondato tra il XIV e il XVII secolo come convento per i monaci agostiniani. L'11 luglio 1868 un certo Giambattista Solari di Napoli venne nominato Direttore del Ginnasio, a seguito del rifiuto di Stanislao Trabucco. Con deliberazione del 21 agosto l'istituto venne ufficialmente nominato "Agostino Nifo", dal filosofo sessano che aveva anche alloggiato nel convento secoli prima; pochi mesi dopo il Ginnasio nacque anche il Liceo classico.

Istituti fondati nel XVI secolo

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Istituti fondati nel XVII secolo

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Istituti fondati nel XVIII secolo

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Istituti fondati nel XIX secolo

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  1. ^ Legge 3725/1859 (testo integrale, da Eduscuola.it)
  2. ^ Ansovini, La legge Casati, su treccani.it, Enciclopedia Treccani (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2014).
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